I disturbi d’ansia possono essere un peso per il paziente e la sua famiglia: influiscono sul funzionamento quotidiano della famiglia, richiedono maggiori esigenze di adattamento e rivalutazione delle abitudini esistenti dei membri della famiglia e, di conseguenza, possono causare disfunzioni familiari, specialmente nella relazione coniugale (Kasalova et al., 2018).

L’insoddisfazione in una relazione può fungere da stimolo per lo sviluppo di disturbi d’ansia e potrebbe anche essere responsabile della modulazione e del mantenimento di questi disturbi. Tuttavia la causalità può essere anche inversa, in quanto l’insoddisfazione all’interno della coppia può anche essere la conseguenza della manifestazione dei disturbi d’ansia. Dunque il legame tra i disturbi d’ansia e le relazioni familiari è bidirezionale: se da una parte gli studi sulla popolazione indicano forti associazioni tra un disturbo d’ansia in un partner e percezioni di scarsa qualità coniugale da parte di entrambi i partner, diverse ricerche hanno anche dimostrato che il disagio coniugale è significativamente associato all’aumento del rischio, da parte di uno o di entrambi i componenti della diade, di avere un qualsiasi disturbo d’ansia concomitante, in particolare disturbo d’ansia sociale (SAD), disturbo d’ansia generalizzato (GAD) e disturbo da stress post-traumatico.

In ogni caso, a prescindere dalla direzione in cui le diverse variabili si influenzano tra di loro, diversi studi dimostrano che l’ansia in qualche modo influisce in modo negativo sul rapporto di coppia.

Gli individui con un disturbo d’ansia possono sentirsi in colpa nei confronti dei loro partner a causa del comportamento di tolleranza di cui necessitano e dell’aiuto che ricevono (non importa quale sia il tipo e la qualità dell’aiuto fornito), a volte si sentono in debito o in dovere nei loro confronti a causa del sostegno ricevuto, possono sentirsi inferiori e avere atteggiamenti di sottomissione. Oppure può accadere che il partner portatore di un disturbo d’ansia inizi a rimproverare i presunti atteggiamenti negativi del partner; il paziente può iniziare a usare i suoi problemi psicologici come scusa e si aspetta che gli altri lo aiutino e risolvano la situazione; di conseguenza inizia a controllare e criticare il partner e questa situazione di tensione può portare a problemi nel matrimonio e disturbare il funzionamento della famiglia.

Gli elementi di pericolo che contribuiscono allo sviluppo dei disturbi d’ansia possono essere diversi e talvolta non è facile identificare i cosiddetti fattori precipitanti.

Ciò che invece è sorprendente è che, nonostante, in media, è probabile che gli adulti con disturbi d’ansia percepiscano nel breve termine una scarsa qualità della relazione, non è detto che questo comprometta in maniera irreversibile la vita di coppia ma anzi, a lungo termine, potrebbe anche rafforzare l’unione tra i coniugi (Zaider et al., 2010). Questo perché l’ansia può diventare occasione per sviluppare delle abilità relazionali ansia-specifiche, che si traducono in efficaci comportamenti di supporto (mostrare affidabilità, accudimento, preoccupazione, affetto e uso dell’umorismo).

matrimonio ansia

È possibile, ad esempio, che gli adulti con disturbi d’ansia percepiscano addirittura un livello più elevato di qualità della relazione durante gli episodi di ansia, grazie al maggiore sostegno ricevuto dal partner in quel momento. Al contrario, quando le coppie gestiscono il problema dell’ansia con il conflitto o l’evitamento, percepiscono la relazione come problematica.

In particolare Zaider et al. hanno indagato la percezione della qualità della relazione coniugale quando sono le mogli a possedere un disturbo d’ansia e le ricerche suggeriscono che, se nei giorni in cui le mogli hanno sperimentato una maggiore ansia i loro mariti hanno più probabilità di riportare una riduzione delle qualità positive della relazione, la qualità della relazione in generale è percepita invece come positiva.

Questo vuol dire che avere un serbatoio di esperienze relazionali positive può essere fondamentale nel compensare gli effetti erosivi dello stress o del conflitto nella relazione.

Difatti aspetti specifici dell’interazione di coppia, come la capacità di risoluzione dei problemi e la valenza degli affetti che circondano le interazioni, si sono dimostrati più predittivi della soddisfazione di coppia sul lungo periodo.

Un alto livello di comunicazione e supporto nella gestione dell’ansia da parte di un partner può essere protettivo per le coppie affette da disturbi d’ansia, rendendo meno probabile che l’ansia del partner inciderà sulla qualità della relazione giorno dopo giorno.

Nella maggior parte dei giorni in cui le mogli percepivano forte ansia, esse hanno valutato i loro mariti come fonte di supporto: i mariti erano più frequentemente classificati come un aiuto per alleviare l’ansia, sebbene in una sostanziale minoranza di occasioni fossero percepiti come fonte di peggioramento dell’ansia.

Pertanto questo vuol dire che, il fatto che le mogli percepissero spesso i loro mariti come un supporto per la loro ansia, evidenzia la necessità di considerare la relazione coniugale come una risorsa chiave nel trattamento dei disturbi d’ansia.

Articolo scritto dalla Dott.ssa Annarita Scarola psicologa psicoterapeuta

Kasalova, P., Prasko, J., Holubova, M., Vrbova, K., Zmeskalova, D., Slepecky, M., Grambal, A. (2018), “Anxiety disorders and marital satisfaction”. In Neuro Endocrinology Letters, vol. 6;38(8), pp. 555-564.

Zaider, T.I., Heimberg, R.G., Holubova, M., Iida, M. (2010), “Anxiety Disorders and Intimate Relationships: A Study of Daily Processes in Couples”. In Journal of Abnormal Psychology, vol. 119(1), pp. 163-173.

 

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