La dipendenza è definita come una condizione primaria e cronica del cervello che stimola il sistema legato alla ricompensa, la motivazione e i circuiti correlati alla memoria. L’American Society of Addiction Medicine ha dato questa definizione nel 2011 per includere dipendenze sia da sostanze che comportamentali. Gli studi hanno dimostrato che nella dipendenza comportamentale i processi neurali sottostanti sono simili a quelli della dipendenza da sostanze (sostanzialmente una disfunzione nel circuito di ricompensa cerebrale) e presenta gli stessi correlati fisiologici di attivazione delle altre dipendenze.

Dunque il termine dipendenza è impiegato non solo per il consumo incontrollato di droghe o alcol, ma anche per comportamenti problematici come i disturbi alimentari, il gioco d’azzardo patologico, l’uso patologico di computer e videogiochi e la dipendenza da sesso.

Oltre a questo, un’altra dipendenza emergente che ha catturato molta attenzione è la dipendenza dalla pornografia, che è associata ad una significativa compromissione socio-funzionale e psicologica.

La letteratura e la ricerca attuali sottolineano che, per fare una diagnosi di dipendenza comportamentale, devono essere presenti compromissioni significative sul lavoro e nelle relazioni sociali e familiari. Inoltre uno dei precursori della dipendenza comportamentale è la presenza di psicopatologie quali depressione, dipendenza da sostanze o astinenza, ansia sociale e mancanza di sostegno sociale.

Soffermiamoci su una dipendenza comportamentale in particolare: la sex addiction.

Già nelle ricerche degli anni ’80 veniva suggerito che circa il 3/5% della popolazione adulta stesse lottando contro una qualche forma di dipendenza sessuale. Tuttavia gli individui studiati a quel tempo erano per lo più auto-selezionati e di sesso maschile. Le più recenti analisi sul tema, indicano però che il problema della dipendenza sessuale si stia aggravando, soprattutto tra i più giovani e si mostra equamente distribuita tra uomini e donne.

Dalla fine degli anni ’90, la letteratura clinica ha indicato che questo aumento dei comportamenti sessuali è strettamente correlato alla maggiore velocità di accesso a materiali con contenuto pornografico: non solo i numerosi siti internet con video e foto hard, ma anche siti di escort o app in grado di trovare, tramite GPS, i partner più vicini disposti ad avere un incontro sessuale (Weiss, 2012).

I criteri diagnostici per la dipendenza da sesso secondo Robert Weiss, direttore del Sexual Recovery Institute e direttore del Sexual Disorders Services for Elements Behavioral Health, sono i seguenti:

  • – Molteplici rapporti occasionali e poche o brevi relazioni serie;
  • – Ore interminabili passate su Internet e su siti pornografici;
  • – Masturbazione compulsiva, con o senza la pornografia;
  • – Partecipazione ricorrente (e di nascosto) in strip club, librerie per adulti, incontri con prostitute o operatori di massaggi sensuali;
  • – Rapporti di sesso anonimo o casuale con persone incontrate on-line o tramite applicazioni per smartphones;
  • – Pratiche sessuali non sicure e/o fisicamente pericolose;
  • – Coinvolgimento in ambienti connessi a determinate pratiche sessuali (sex club, club scambisti, stabilimenti balneari, ecc).

La ricerca di sesso avviene indipendentemente dalle potenziali conseguenze immediate o a lungo termine per sé o per altri.

Tra le conseguenze più frequenti ci sono:

  1. – Perdita di controllo sulle crescenti fantasie e comportamenti sessuali;
  2. – Aumento di frequenza e intensità di pensieri e comportamenti sessuali nel corso del tempo (escalation);
  3. – Impoverimento della creatività, l’intimità e /o il tempo libero;
  4. – Irritabilità e rabbia quando si cerca di smettere con i comportamenti sessuali;
  5. – Isolamento sociale ed emotivo;
  6. – Disturbi dell’umore;
  7. – Conseguenze negative più ampie a livello relazionale, emotivo, fisico, finanziario, legale, ecc. , legate ai comportamenti sessuali.

Riguardo al trattamento di tale patologia, la farmacoterapia, insieme alla psicoterapia, dimostra di avere un esito migliore in questi pazienti, poiché aiuta a sintetizzare il ruolo degli antecedenti dello sviluppo, ridurre l’ansia attuale, la depressione, il senso di colpa e migliorare l’adattamento sociale.

Il trattamento farmacologico ha un beneficio modesto e di breve durata; la psicoterapia invece consente di effettuare un lavoro più approfondito sulla questione, focalizzandosi su pensieri, emozioni e convinzioni del soggetto rispetto al proprio comportamento di dipendenza. L’attuale opinione degli esperti è che una combinazione di farmacoterapia e psicoterapia sia una strategia di gestione ottimale per qualsiasi tipo di dipendenza comportamentale, oltre a fornire un risultato migliore nella prevenzione delle recidive per questi pazienti.

Inoltre risultano anche efficaci i gruppi di auto-mutuo aiuto, in cui più persone che condividono lo stesso problema si confrontano sulla questione scambiando tra loro vissuti, risorse e strategie per far fronte alla dipendenza, e il coinvolgimento dei membri della famiglia del paziente, dando loro la possibilità di essere ascoltati e coinvolti attivamente nel percorso di trattamento.

Articolo scritto dalla dott.ssa Annarita Scarola Psicologa Psicoterapeuta

Weiss, R. (2012), “Sexual Addiction, Hypersexual Disorder and the DSM-5: Myth or Legitimate Diagnosis”. Counsellor, The Magazine for addiction professional.

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