Il lutto è definito da Freud come la reazione alla perdita di una persona amata. Un processo fisiologico che richiede tempi lunghi di elaborazione.

Nonostante ciò talvolta è possibile rimanerne eccessivamente coinvolti, al punto tale da sviluppare degli stati di negazione, con difficoltà a realizzare la mancanza della persona, stati di agitazione, di confusione e di rimuginio, che compromettono la qualità di vita della persona coinvolta. 

Quali sintomi possono manifestarsi?

I sintomi più comuni sono tristezza intensa e persistente, insonnia, inappetenza, difficoltà di concentrazione e memoria. Possono inoltre essere presenti ansia, tensione, percezione che qualcosa di brutto possa accadere e disorientamento spazio-temporale. Il lutto innesca tuttavia la necessità di andare avanti, restituisce l’obbligo di un cambiamento, in quanto viene a determinarsi un nuovo equilibrio. 

Quali sono le fasi del lutto?

La fase iniziale è definita di ottundimento, caratterizzata da offuscamento dei sensi, dolore lancinante e incapacità di accettare quanto accaduto. Successivamente si passa a una fase di ricerca ardente della persona amata nella quale dolori fisici, afflizione, insonnia e rimuginio relativo all’impossibilità di credere che la morte sia un fatto effettivamente avvenuto. Questa fase è caratterizzata da sentimenti ambivalenti che si oscillano tra tristezza della perdita e alla rabbia per la scomparsa della persona cara. Lo struggimento porta a desiderare di incontrare nuovamente il defunto e parlare con lui. Solo accettando la perdita si passa alla terza fase, nella quale, scompare la collera, e si manifesta la tristezza in modo preponderante. L’ultima fase comporta la ridefinizione della situazione e della persona rimasta in vita all’interno di questa. 

La condizione patologica si manifesta quando quest’ultima fase non viene raggiunta e si approfondiscono sentimenti di rabbia, profonda tristezza, isolamento sociale, rimpianti, pensieri suicidi e alterazione dei cicli sonno veglia.  

Come può essere superato un lutto?

Per Mancini il lutto è definito come un evento che compromette o minaccia degli scopi personali, riguardanti la perdita in sé o i domini ad essa connessi. La fase di accettazione del lutto pertanto dovrà corrispondere al disinvestimento e alla revisione degli scopi che sono stati compromessi e allo sviluppo di nuove prospettive perseguibili. Per fare ciò è necessario modificare le credenze che portano a continuare a investire sugli scopi precedentemente in essere. 

Tale processo tuttavia non sempre è lineare in quanto vi possono essere delle complicazioni che bloccano e/o rallentano. Alcune di queste possono essere la gravità della perdita, la mancanza di una rete sociale, i comportamenti di negazione della sofferenza, l’incertezza relativa alla causa della perdita. 

Per fronteggiare queste insidie è fondamentale costruire una buona relazione terapeutica, ponendo l’attenzione sulle dinamiche di attaccamento e sulla storia dello sviluppo della persona oltre che sul funzionamento. 

La terapia CBT e l’EMDR possono rappresentare dei validi approcci terapeutici. 

Bibliografia

  • Bowlby, J. (1982). Costruzione e rottura dei legami affettivi. Milano: Raffaello Cortina
  • Onofri, A., La Rosa, C. (2015). Il lutto. Psicoterapia cognitivo – evoluzionista e EMDR. Roma Giovanni Fioriti Editore
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