Esiti psicologici pandemia: l’emergenza sanitaria da Covid19 ha generato un drastico cambiamento nelle abitudini di vita delle persone. Diversi sono stati e sono gli ambiti coinvolti: scolastico, lavorativo, sociale e familiare. Ci si interroga spesso, su quali siano stati e saranno gli esiti prodotti da tale evento, a breve e a lungo termine; quali manifestazioni interesseranno la popolazione, a seguito delle numerose restrizioni introdotte.

Quali potrebbero essere i principali cambiamenti?

Non è semplice né facile poter prevedere qualsiasi conseguenza, proprio perché si tratta di una situazione anomala e insolita. Di certo, abbiamo assistito e assisteremo a cambiamenti nell’assetto relazionale dell’individuo che, nell’interfacciarsi con i sistemi scuola, famiglia e società, avrà, seppur inconsapevolmente, trovato nuove strategie di adattamento/accomodamento. Le difficoltà per altri non mancheranno e assisteremo ad altrettanti sviluppi di non adattamento.

Esiti psicologici pandemia: i primi sentori

In generale i primi sentori di queste forme di adattamento faticose si intravedono e sembrano riguardare una forma di paura radicata nell’individuo che lo ricollega a forme primordiali di difesa del proprio sé e dei propri bisogni, che si manifestano attraverso una maggiore richiesta, sempre più tendente alla pretesa, all’impulsività e alla maggiore irritabilità. È come se l’individuo temesse per sé e cercasse la massima ottimizzazione del suo bisogno primordiale, di accaparramento e di difesa.

Questa condizione mentale si esplicita e si declina nei vari settori di vita della persona: lavoro, formazione, relazioni familiari, relazioni sociali e, più in generale, nello sviluppo della costruzione di sé.

Disagi nelle relazioni interpersonali

Ciò che si potrà osservare nel futuro sono certamente disagi nelle relazioni interpersonali, dove il vuoto di circa due anni ha creato, da un lato, il bisogno di un recupero necessario di quel tempo fuggito; dall’altra comprende l’impulsività nel farlo, quasi nel timore di non avere più il tempo disteso dello sviluppo regolare della relazione, ma dell’accelerazione, con una serie di effetti a cascata che riguardano la qualità di questi rapporti soggiogati dalla fretta e della paura.

Verranno, dunque, destabilizzati quei parametri che in precedenza vedevano come statutari fasi e processi.

Pandemia Covid

Cosa potrebbero comportare tali cambiamenti in termini psicopatologici?

Un evento insolito come quello di una pandemia potrebbe generare notevoli disagi di carattere emotivo per colore che, non riuscendo a essere resilienti, si troverebbero a fronteggiare paure, insicurezze e frustrazioni.

Si tratta infatti, in alcuni casi, di un evento traumatico, che può determinare, indirettamente, dei cambiamenti di abitudini e di prospettive; delle ripercussioni negative sulle emozioni, producendo un senso di fragilità e di incertezza.

Quarantena e isolamento sociale

Situazioni quali quarantene e lockdown possono generare forme di isolamento sociale e cambiamenti fisiologici nel ritmo sonno veglia, nell’attività fisica, nell’alimentazione e nell’esposizione alla luce solare, determinando una disregolazione della persona.

In alcuni casi il disagio potrebbe provenire dall’impatto che il virus ha avuto sul modo d lavorare, determinando la strutturazione di metodiche altamente stressanti che possono sfociare in burn-out.

Infine, potrebbe esistere un legame neurobiologico tra pandemia ed esordio/aumento della frequenza di sintomi ansioso-depressivi. Sembrerebbe infatti che tale evento abbia un impatto negativo per la salute mentale dettato dalla riduzione del senso globale di fiducia e delle convinzioni relative alla buona natura della società.

Esiti psicologici pandemia: il contributo di uno studio scientifico

Dati preliminari di uno studio promosso dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University per valutare l’impatto della pandemia da Covid-19 sulla salute e il benessere mentale della popolazione italiana e mondiale ha evidenziato i seguenti risultati:

  • peggioramento dei rapporti con il partner e con i figli;
  • incremento della fatica percepita durante lo svolgimento dell’attività lavorativa;
  • sensibile diminuzione della concentrazione nello studio da parte degli studenti;
  • aumento del consumo di alcol e nicotina;
  • riduzione dell’attività fisica e dell’attività sessuale;
  • paura di infettarsi, di poter infettare in qualche modo altre persone e di avere paura di morire nel caso dovesse contrarre COVID-19;
  • assunzione di ansiolitici, sonniferi e antidepressivi;
  • comparsa di sintomi ansiosi clinicamente significativi e interferenti sulle proprie attività quotidiane, la strutturazione di un disturbo post-traumatico da stress (PTSD) in relazione a esperienze legate alla pandemia, la presenza di sintomi ossessivo-compulsivi disturbanti e interferenti con il proprio funzionamento quotidiano;
  • insonnia.

    In conclusione, per avere una cognizione più dettagliata sarà necessario avere dati certi, dettati dal trascorrere del tempo e dalle esperienze che si verificheranno, che potranno determinare un riscontro empirico su tale momento storico.

    psicologa Gilia Fusè

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