In questo breve articolo parliamo dell’effetto alone e delle conseguenze derivanti dal punto di vista psicologico. Cercheremo di fornire sia il giusto inquadramento storico per poi passare ad descriverne implicazioni e applicazione nel marketing, nel mondo del lavoro e nell’ambito educativo.

Effetto Alone e Valutazione

Ci si trova di fronte all’effetto alone quando, a partire da una caratteristica positiva che osserviamo in un’altra persona, formuliamo un parere favorevole generale della stessa, valorizzando e valutando positivamente altre sue caratteristiche, senza effettivamente conoscere quella persona.

Ad esempio, questo capita quando assumiamo che un individuo fisicamente attraente sia anche simpatico, gentile, affidabile e di successo.

Bello è Buono?

L’effetto è particolarmente legato allo stereotipo della bellezza fisica per cui una persona attraente è considerata automaticamente avere molte e tante altre qualità; ma non si riduce solo a questo, in quanto l’effetto alone coinvolge tutte le caratteristiche, indipendentemente da quelle che si usano in partenza per effettuare la valutazione, sia fisiche che caratteriali (Cherry, 2022).

Distorsione cognitiva dell’effetto alone

L’effetto alone rientra in quelle che la psicoterapia cognitivo-comportamentale tecnicamente definisce distorsioni cognitive, o bias cognitivi; esse sono degli errori nei processi di pensiero che accadono nella vita di tutti i giorni, che si basano su percezioni, pregiudizi, preconcetti infondati o errati, che esulano dal giudizio critico e dal ragionamento logico. 

È per questo che tale effetto è stato a lungo studiato da questa branca della psicoterapia che riflette e lavora molto sul pensiero, oltre che dalla psicologia sociale, in quanto è un fenomeno che riguarda la modalità attraverso la quale giudichiamo le persone che ci circondano e quindi come funzioniamo e ci muoviamo nel mondo esterno, sociale.

Scoperta dell’effetto Alone

Tale effetto è stato scoperto e studiato per la prima volta da Thorndike (1920), in seguito ad un esperimento effettuato agli inizi del 1900 in cui osservò come la valutazione positiva su una dimensione effettuata dagli ufficiali dell’esercito sui propri sottoposti, fosse correlata in modo positivo e significativo alla valutazione positiva di altre qualità, come ad esempio la leadership, l’intelligenza, la lealtà, l’indipendenza e l’aspetto fisico (Cherry, 2022).

Thorndike scoprì, inoltre, che questo valeva sia per le caratteristiche positive che per quelle negative. 

Sono stati differenti gli studi effettuati successivamente che hanno confermato il fenomeno psicologico individuato dal primo autore che lo scoprì e che hanno dimostrato, inoltre, una assenza totale di consapevolezza dei partecipanti agli studi rispetto ai motivi per cui arrivavano ad effettuare tali giudizi positivi a partire da un’unica caratteristica valutata favorevolmente in precedenza (Philipp, 2014). 

effetto alone e effetto Horn a confronto
effetto alone e effetto Horn a confronto

Effetto Opposto

Il fenomeno opposto dell’effetto alone, già individuato da Thorndike, è quello che in inglese viene definito horn effect e prevede che, sempre a causa di una distorsione cognitiva, venga elaborata una valutazione globale negativa di una persona a partire dall’individuazione di una singola caratteristica che non rientra nei gusti di chi effettua la valutazione stessa (Prera, 2021). 

Come e dove si presenta l’effetto alone nella vita di tutti i giorni, oltre che nelle relazioni sociali?

  • Marketing: studi recenti hanno dimostrato come le aziende tendano a trarre beneficio da questo fenomeno in quanto la valutazione positiva che i clienti effettuano di un prodotto viene poi automaticamente estesa agli altri articoli della stessa marca. Inoltre, le aziende utilizzano spesso, nel lanciare nuovi prodotti, una estensione del nome di una merce che sanno essere stata valutata positivamente in precedenza per “estendere” l’effetto positivo ai nuovi articoli. Un’altra modalità di utilizzo di questo effetto riguarda, ad esempio, la scelta di testimonial famosi, acclamati dal pubblico, per le pubblicità in quanto volti noti ed apprezzati automaticamente predispongono positivamente gli spettatori verso il prodotto che si sta pubblicizzando;
  • Educazione: diversi studi hanno dimostrato come maestre e maestri tendano ad avere delle aspettative prestazionali più elevate nei confronti degli alunni più attraenti (Clifford, Walster, 1973) e come gli studenti valutino più intelligenti, competenti e capaci professori che si dimostrano accoglienti e comprensivi (Cherry, 2022);
  • Mondo del lavoro: sono varie le ricerche che dimostrano come l’effetto alone influenzi le valutazioni sulla performance dei lavoratori tale per cui, alcune caratteristiche considerate importanti nel contesto lavorativo, come la proattività e la motivazione, possano avere un peso significativo nella valutazione globale, andando ad oscurare altre variabili, come una ridotta knowledge (Cherry, 2022). Inoltre, uno studio pubblicato dal Journal of Applied Psychology mostra come l’aspetto fisico abbia un peso significativo nella review del lavoratore e come questo aspetto incida anche sulla retribuzione (Judge et al., 2009).

Essere consapevoli di cosa sia l’effetto alone ci consente di prestare maggiore attenzione alla modalità attraverso la quale elaboriamo giudizi sulle persone, i prodotti ed il contesto che ci circonda.

Questo può aiutare a ricorre, se lo si desidera, ad un processo di valutazione che prenda in considerazione in modo attento e globale la moltitudine delle caratteristiche di ciò che ci si approccia a valutare.

Bibliografia

Cherry, K. C. (2022). What is the halo effect?. Very Well Mind

Clifford M, Walster E. (1973). The effect of physical attractiveness on teacher expectations. American Sociological Association.1973;46(2):248-258. 

Judge T.A., Hurst C., Simon L.S. (2009). Does it pay to be smart, attractive, or confident (or all three)? Relationships among general mental ability, physical attractiveness, core self-evaluations and income. Journal of Applied Psychology 94(3):742-755.

Phillip, R. M. (2014). The Halo Effect… and the Eight Other Business Delusions That Deceive Managers. (Free Press)

Prera, A. (2021). Why the halo effect affects how we perceive others. Simply Psychology. 

Thorndike, E. L. (1920). A constant error in psychological ratings. Journal of applied psychology, 4 (1), 25-29.

Articolo a cura della dott.ssa Chiara Mariani

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