“There are two distinct groups, hypochondriacs and alarmists. Both suffer in their own ways, and traits of one group may overlap the other, but whether you’re a hypochondriac or an alarmist, at this point in time, either is probably better than being a Republican.” (Woody Allen).

1. La Paura

La paura è una delle emozioni di base. È ritenuta l’emozione della sopravvivenza perché, quando sperimentata, induce l’essere vivente a mettere in atto delle strategie funzionali per preservarsi dai pericoli, per difendersi. Quando il sistema nervoso si attiva in risposta a stimoli di pericolo, nel corpo si possono percepire aumento del battito cardiaco, respiro accelerato, iperventilazione.

Le reazioni alla paura possono essere molto diverse a seconda della situazione e della modalità che ogni persona ha appreso come più funzionale per se stesso nel corso della vita:

– freezing, uno stato di immobilità che è simile alla finta morte (maggiormente utilizzato in natura);

– attacco, una serie di reazioni finalizzate a far sì che il pericolo si allontani o venga reso innocuo;

– fuga, l’allontanarsi velocemente dalla situazione pericolosa;

In tutti quei casi in cui, invece, il fattore prevedibilità è molto basso e, perciò, non esiste ancora una reale minaccia, la strategia maggiormente utilizzata è il controllo, ovvero il monitoraggio di quelle situazioni che potrebbero diventare potenzialmente pericolose per se stessi: si pensi ad esempio alle malattie. 

2. La Paura delle malattie 

Etimologicamente, le malattie sono definite come condizioni abnormi e insolite dell’organismo vivente caratterizzate da disturbi funzionali, alterazioni o lesioni – osservabili o presumibili, locali o generali – e, nel caso di animali a elevata organizzazione nervosa, da comportamenti inconsueti riconducibili a sofferenza psicofisica .

Una sana attenzione alla nostra salute ci permette di prenderci cura di noi stessi, ed è per questo che la paura di poter contrarre delle malattie è un’emozione utile se serve a mettere in atto azioni preventive o protettive che siano proporzionate al rischio reale. 

Per poter rispondere in modo appropriato ai potenziali rischi di contrarre malattie, è fondamentale ricevere delle informazioni chiare fornite da professionisti o da fonti autorevoli: più chiare sono le informazioni che riceviamo, più pertinente sarà la nostra reazione emotiva. In caso contrario, la paura e l’ansia aumentano tendendo a diventare disfunzionali: ciò significa che anziché essere emozioni utili che spingono ad effettuare visite di screening e follow up, attuare stili di vita preventivi e applicare correttamente le misure di prevenzione (si pensi al periodo della pandemia da Covid-19), diventano emozioni capaci di limitarci nella quotidianità, creando uno stato di sofferenza.

3. Ipocondria

Quando la paura di ammalarsi diventa talmente profonda da limitare le interazioni sociali e la frequentazione di luoghi e ambienti, o da innescare una serie di comportamenti finalizzati all’evitare di esporsi a qualsiasi situazione ritenuta potenzialmente pericolosa per la propria salute, o al controllo del proprio stato di salute attraverso ripetuti controlli medici, si può parlare di Ipocondria.

L’Ipocondria (o Disturbo da ansia di malattia, come definito dal DSM-5) è un disturbo caratterizzato dalla presenza di un’eccessiva preoccupazione legata alla paura di poter contrarre una malattia o alla convinzione di soffrire di una grave malattia. È una distorsione delle normali sensazioni che provengono dal corpo e che vengono interpretate come sintomi di una patologia specifica, specialmente quelle di cui ancora non si conoscono a fondo le cure.

Chi soffre di ipocondria è costantemente concentrato sul proprio corpo.

4. Trattamento

Ed è proprio sul corpo che i recenti studi sul disturbo d’ansia per la salute si sono concentrati, proponendo nuove vie di concettualizzazione e trattamento, come ad esempio la terapia cognitivo-comportamentale basata sulla mindfulness (McManus et al., 2012).

Ad oggi, la Terapia Cognitivo Comportamentale si è rivelata essere quella più efficace: una volta individuato lo specifico disturbo e relative variabili che hanno contribuito all’insorgenza di esso e al suo mantenimento, si andrà a lavorare per promuovere il cambiamento sulla dimensione cognitiva, su quella emotiva e comportamentale, al fine di ristabilire un armonioso rapporto con il proprio corpo e normalizzare i segnali che provengono da questo.

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.

Nardone G., Bartoletti A. (2018) La paura delle malattie. Psicoterapia breve strategica dell’ipocondria. Ponte delle Grazie, Milano.

McManus et al., (2012) A randomized clinical trial of mindfulness-based cognitive therapy versus unrestricted services for health anxiety (hypochondriasis).

Articolo scritto dalla dott.ssa Serena Gizzi psicologa presso il centro di psicologia di Monza

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