La parola vigoressia deriva dal latino “vigor” che significa “vigore, forza” e “orexis” che significa “fame, appetito” quindi letteralmente si potrebbe tradurre in “fame di forza”.

La vigoressia è di recente scoperta, descritta scientificamente nel 1993 da Harrison Pope.

La vigoressia o bigoressia è un disturbo psicologico, che nasce dall’idea distorta di vedersi troppo magri e poco muscolosi e , al tempo stesso, che si caratterizza per un’ossessione esagerata per il fitness e il culturismo.

Nelle persone con vigoressia, l’esercizio fisico è in cima alle priorità; la vita sociale e il lavoro sono in secondo piano; ogni pensiero e ogni azione giornaliera vertono attorno all’aspetto fisico e all’alimentazione, lo sport, l’uso di integratori e, nei casi più gravi, quello di steroidi anabolizzanti.

Forma di dismorfofobia, descritta anche nel Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, la vigoressia ha un’origine multifattoriale.

La dismorfofobia è un disturbo mentale caratterizzato dalla preoccupazione ossessiva e, spesso, priva di fondamento, che un particolare tratto del corpo presenti un’imperfezione evidente.

Psichiatri, psicoterapeuti e psicologi sono del parere che la dismorfofobia sia un disturbo ossessivo compulsivo.

La vigoressia colpisce in prevalenza uomini, in particolare quelli appartenenti alla fascia della tarda adolescenza e giovane adulta.

La vigoressia è una seria dispercezione corporea che porta il soggetto a sentirsi esile, gracile, magro, temendo di apparire “piccolo”, debole e inadeguato.

Spesso lo sport di elezione è il sollevamento pesi: in base ad alcune ricerche statistiche la vigoressia riguarderebbe circa il 10% dei soggetti che praticano body building.

Il vigoressico pensa continuamente al fitness, al suo corpo e alla sua immagine, all’alimentazione; frequenta palestre in modo compulsivo, non come un’abitudine per divertirsi, scaricarsi o mantenersi, semplicemente, sano e in forma, ma come una vera fissazione che origina continuamente stress,insoddisfazione e malessere.

E’ terrorizzato dal perdere i muscoli che si è costruito con tanti sacrifici e dal notare qualche eventuale “cedimento” fisico.

Questo disagio, di recente scoperta nell’ambito della psicologia, viene chiamato anche “Complesso di Adone” dal noto personaggio della mitologia greca che rappresenta l’idea della bellezza maschile, intesa come perfezione fisica nella forma estetica; oppure si può definire come “Dismorfia muscolare” o “Anoressia Inversa”, secondo la sua prima descrizione in una rivista scientifica (1993), quando si usava questo termine per contrapporla all’anoressia nervosa.

Infatti anche i vigoressici soffrono di una percezione distorta del loro corpo ma, al contrario di chi è affetto da anoressia nervosa, che si vede sempre come troppo grasso e/o pesante, essi si percepiscono flaccidi,poco tonici o minuti, mentre in realtà posseggono fisici muscolosi e ipertrofici.

La bigoressia è particolarmente diffusa nella popolazione maschile, tuttavia secondo le indagini statistiche più recenti, starebbe prendendo sempre più piede anche tra le donne.

La fascia di età certamente più colpita è quella tra 25 e 35 anni, seguita da quella tra 18 e 24 anni, ma non manca una fetta di persone più adulte, anche over 40, che inconsapevoli del tempo che passa e spinte dall’idea di riconquistare la giovinezza attraverso l’allenamento, si lasciano gradualmente attrarre da allenamenti sempre più duri e frequenti, alimentazione sempre più rigida, sino a trovarsi vittime della vigoressia.

Cause della Vigoressia

Per quanto riguarda le cause della vigoressia, secondo gli esperti sono da identificarsi in una combinazione di fattori diversi: fattori psicologici, sociali e biologici.

Sembra che l’autostima giochi un ruolo importante, infatti si tratta di soggetti con una cronica insoddisfazione del loro aspetto e di sé in generale, che sentono la necessità di irrobustire il loro fisico per rafforzare la loro immagine interiore.

Sono insicuri e si paragonano di continuo agli altri.

Rilevante, ai tempi odierni, è anche il ruolo dei media che propongono continuamente il mito della bellezza come unico modello per raggiungere il successo,la felicità, la realizzazione di sé e il riconoscimento sociale.

Riviste, pubblicità, video sul web, programmi tv incitano a perseguire certi standard, condannano il minimo difetto ed instillano senso di colpa e vergogna in chi è “diverso”.

E’ curioso notare come siano andati di pari passo l’evoluzione del concetto di perfezione fisica e quello dei modelli disponibili, anche nel mondo dei giocattoli per bambini.

Fu proprio Harrison Pope, autore delle prime ricerche sulla vigoressia, ad osservare la particolare e palese evoluzione di Big Jim, personaggio molto in voga negli anni del boom di Barbie.

Inizialmente, nel 1964, era simile ad un uomo medio, in forma ma non eccessivamente magro, né ipermuscoloso; con il passare degli anni, con l’avvento del business del fitness, mentre Barbie dimagriva sempre più, Big Jim cresceva sempre più in muscolatura, divenendo simile ad un classico body builder.

Molto spesso le persone che sviluppano questo disturbo sono state oggetto di bullismo in età giovanile per via di qualche difetto fisico (es leggero sovrappeso).

In qualcuno ciò crea ferite profonde a cui a un certo punto cerca di trovare rimedio, la vigoressia è tra questi.

Inoltre, analizzando il profilo caratteriale e il vissuto di questi soggetti, gli esperti hanno osservato che la bassa autostima e l’insoddisfazione verso di sé siano un tratto comune a molti pazienti, ragion per cui ritengono verosimile che possa avere un ruolo favorente.

Molte persone presentano una storia passata di isolamento sociale o con tendenza ad autoisolarsi dagli altri, anche questi fattori sembrano essere fattori di rischio.

Atleti e sportivi professionisti tendono a sviluppare la vigoressia più facilmente, in quanto gli elevati livelli di competitività a cui sono esposti tendono anche a favorire una maggior critica verso sé stessi.

Maggiormente inclini alla vigoressia sono i partecipanti a sport in cui le dimensione, la forza e il peso apportano vantaggi competitivi.

Quali sono i sintomi e come si manifesta?

La dipendenza dall’esercizio fisico o dipendenza da sport risulta compromettente per la salute fisica e quella emotiva-psicologica.

Tra i sintomi della vigoressia ci sono:

l’OSSESSIONE PER L’ASPETTO FISICO : la preoccupazione costante di non essere sufficientemente muscolosi o in forma;

  • OSSESSIONE PER LA PALESTRA E L’ALLENAMENTO: il soggetto dedica un numero eccessivo di ore all’allenamento in palestra, ignorando infortuni o segnali di affaticamento;
  • DIETA RIGIDA: si seguono diete estreme o si fa un uso inappropriato di integratori per aumentare la massa muscolare;
  • ISOLAMENTO SOCIALE: il timore di non essere giudicati sufficientemente muscolosi può portare chi soffre di vigoressia a ridurre o evitare del tutto le interazioni sociali;
  • CONTROLLO COMPULSIVO: verificando ripetutamente il proprio aspetto fisico allo specchio o pesarsi frequentemente;
  • INSODDISFAZIONE CRONICA: non ci si sente mai abbastanza soddisfatti del proprio corpo nonostante i progressi fisici;
  • USO DI SOSTANZE:si può ricorrere a steroidi anabolizzanti o altre sostanze per stimolare la crescita muscolare, nonostante i rischi per la salute.

Non mancano nei soggetti che ne sono affetti pensieri ossessivi con conseguenti comportamenti compulsivi quali:

  • confrontarsi con gli altri
  • controllare la propria fisicità
  • ricercare continuamente rassicurazioni sul proprio aspetto

In assenza di trattamento e di una consapevolezza questo disturbo può avere serie ripercussioni sulla vita del soggetto interessato.

Infatti l’uso di steroidi anabolizzanti è responsabile di gravi effetti collaterali quali atrofia testicolare, ipertrofia cardiaca, psicosi…

L’ anteporre l’allenamento alle relazioni interpersonali e all’attività lavorativa può portare all’isolamento sociale e alla perdita del lavoro che sono possibili cause di depressione e pensieri suicidi.

Inoltre, il continuo allenamento, senza giorni di riposo e con carichi estremi,può avere un effetto opposto sull’apparato muscolare, indebolendolo e rendendolo sempre più suscettibile agli infortuni.

impatto sulla sessualità

Detto ciò la vigoressia può avere un forte impatto sulla sessualità e sulle relazioni intime di chi ne soffre in diversi modi:

  • l’insoddisfazione del proprio corpo può portare a sentimenti di inadeguatezza e vergogna influenzando negativamente l’autostima e la percezione di sé come partner sessuale desiderabile;
  • l’ansia legata all’aspetto fisico e la pressione di mantenere un certo livello di forma fisica possono ridurre il desiderio sessuale e la capacità di godersi l’intimità;
  • la dedizione estrema all’allenamento e alle diete può limitare tempo ed energie disponibili per le relazioni intime, portando a crisi di coppia o allontanamento del partner;
  • l’uso di steroidi o altre sostanze per aumentare la massa muscolare può avere effetti collaterali che influenzano anche la funzione sessuale, inclusi problemi di libido, disfunzione erettile o alterazioni del desiderio sessuale.

Terapia

Non sempre le persone con questo disturbo ritengono problematici i propri comportamenti.

Al contrario, i vigoressici sono convinti di seguire indicazioni giuste e salutari e offrono consigli anche ai familiari.

A ciò si aggiunge il fatto che i programmi alimentari rigidi e l’attività sportiva sostengono la loro fragile autostima, danno loro degli obiettivi chiari e quindi un ordine nella complessità della vita quotidiana.

E, per finire, il vantaggio secondario di questo atteggiamento di autodisciplina può rivelarsi in una tendenza a punire se stessi, o a mostrare inconsciamente di essere amabili perchè si è disposti a soffrire.

Ecco perchè trattare la vigoressia non è semplice.

La maggior parte dei soggetti non crede di avere un problema di salute.

L’approccio canonico prevede la combinazione tra psicoterapia cognitivo- comportamentale e terapia farmacologica.

Lo scoglio principale è convincere il paziente che soffre di un disturbo per il quale necessita di una cura specifica.

Le persone con vigoressia tendono spesso a negare la loro condizione e qualsiasi tipo di aiuto; addirittura ci sono soggetti che si arrabbiano e si chiudono ancora di più, comportamento questo che molte volte porta a un peggioramento dei sintomi.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale ha lo scopo di insegnare al paziente affetto da vigoressia come identificare, dominare e prevenire i comportamenti problematici, in gergo specialistico i comportamenti disfunzionali o i pensieri distorti, che caratterizzano la preoccupazione ossessiva per una presunta magrezza o scarsa tonicità muscolare.

Inoltre, è di enorme aiuto nel fornire un metodo di individuazione dei “grilletti della sintomatologia” ossia i fattori che scatenano i comportamenti patologici.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale prevede una parte in studio con lo psicoterapeuta e una a casa riservata all’esercizio e al miglioramento delle tecniche di dominio e prevenzione.

I farmaci utilizzabili sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.

E’bene sottolineare che l’assunzione  dei farmaci da soli, ossia senza la psicoterapia, ha benefici limitati.

Se il paziente accetta di sottoporsi alle cure e dà continuità alla terapia, la vigoressia tende ad avere una prognosi positiva.

Bibliografia

  • Pierluigi De Pascalis “Vigoressia. Quando il fitness diventa ossessione” ed.il pensiero scientifico
  • Leonardo Mendolicchio “Prima di aprire bocca” ed. Guerini e associati
  • Collana psicologia da scoprire a cura di Michele Farro “Bigoressia” ed- Omnia Libri
  • Laura Dalla Ragione, Marta Scopetta “ I giganti d’ argilla. I disturbi alimentari maschili” ed. Il pensiero scientifico

Articolo a cura della dott.ssa Viviana Orizzi Psicologa e Psicoterapeuta riceve presso la sede di Via Roma 85 a Saronno

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