COS’ E’ L’ AUTOEFFICACIA:

consapevolezza di essere capace di dominare specifiche attività, situazioni ed eventi (Albert Bandura): è la percezione che abbiamo di noi stessi di sapere di essere in grado di fare, sentire, esprimere, essere o divenire qualcosa. E’ l’insieme delle valutazioni che portano alla formazione di mete o di obiettivi. Gli scopi che desideriamo raggiungere derivano, dunque, dal sapere esattamente cosa siamo in grado di fare e con quali mezzi. La ricerca suggerisce che l’autoefficacia funziona come un’organizzazione gerarchica di credenze con diversi livelli di concretezza e complessità dell’azione da compiere; tali credenze influenzano profondamente l’apprendimento ed anche lo sviluppo a lungo termine 

Ciascuna credenza e le sue conseguenze sono sensibili a variazioni di situazione, di contesto e nel compito; queste credenze guidano ed organizzano la performance e l’insieme delle azioni di ciascuna persona, queste ultime a loro volta avranno conseguenze positive o negative a livello fisico, sociale e di autostima. Ogni valutazione successiva alla performance modificherà le credenze di autoefficacia della persona, modificando la probabilità che lo specifico compito venga ripetuto in futuro (Bandura, 1997).


L’autoefficacia è anche una parte costituente il concetto di autostima, rivolta a una serie di convinzioni che il soggetto ha di se stesso. Il costrutto di autostima e di autoefficacia sono intimamente correlati tra di loro, al punto che si influenzano e determinano reciprocamente. Esiste una sorta di relazione duale, in cui all’aumentare dell’uno aumenta l’altro e viceversa.
 

l processo mediante cui l’individuo si autovaluta – e autovaluta i propri comportamenti e prestazioni- è dovuto anche alle attribuzioni causali. Detto in termini più semplici le persone spesso cercano di spiegarsi un evento collegandolo ad una causa.
Sovente si tende ad attribuire un successo raggiunto ad una causa esterna alla persona, quale potrebbe essere la fortuna, oppure ad una causa interna, come ad esempio la tenacia.
 

Weiner (1994) ha affermato che le attribuzioni possono essere distinte in base a tre dimensioni:
– Locus of control: ossia se la causa di un successo (o di un fallimento), sia interna o esterna alla persona;
– Stabilità: per cui le cause possono essere stabili o instabili nel tempo (per esempio la facilità del compito è stabile, al contrario la fortuna è instabile);
– Controllabilità: il grado di controllo che si ha sui fattori in gioco: non tutti i fattori causali possono essere controllati dal soggetto.
 Ad esempio, un individuo che ritiene che il risultato della sua prestazione vari in funzione del suo impegno, quindi in funzione di una causa interna e controllabile, avrà aspettative maggiori di ottenere un successo rispetto a chi è convinto che il successo in una determinata prestazione o situazione sia principalmente determinato da cause esterne e incontrollabili, come la fortuna. E similmente, valutando le proprie prestazioni passate, l’individuo che si spiega i propri successi attribuendoli a cause interne, stabili e controllabili (ad esempio, attribuendoli alle proprie capacità, impegno, tenacia) tenderà a valutare che i successi saranno ottenibili ancora in futuro, alimentando quindi aspettative positive riguardo le performance future.

Viceversa, attribuire il proprio insuccesso a fattori esterni, instabili, incontrollabili, porterà invece a ritenere che i risultati negativi si verificheranno di nuovo in futuro in altre circostanze, innescando una spirale di scarso impegno, sfiducia nelle proprie capacità e impotenza.

Dalla letteratura si evince che le credenze di autoefficacia inerenti la propria capacità di svolgere un compito ed i risultati aspettati predicono fortemente il comportamento effettivo; secondo diversi studi le credenze di autoefficacia sono in grado di predire la performance accademica ed anche le scelte professionali.

La teorizzazione sull’autoefficacia afferma che le credenze su se stessi – e di conseguenza le performances- dipendono dall’interscambio tra quattro processi psicologici:
1) I processi cognitivi: questi includono la valutazione delle proprie capacità, abilità e risorse, la selezione degli obiettivi, la costruzione degli scenari di successo e fallimento nel processo di raggiungimento dell’obiettivo, la generazione e la selezione delle opzioni nel problem solving, il mantenere l’attenzione ed il funzionamento necessari allo svolgimento del compito;
2) I processi motivazionali: le credenze di autoefficacia influenzano l’auto-regolazione della motivazione;
3) I processi affettivi: la percezione della propria padronanza della situazione influenza l’attivazione emotiva e la tolleranza ad emozioni negative quali l’ansia o la depressione che può portare allo scoraggiamento e all’impotenza;
4) I processi di selezione: le persone con alta autoefficacia, per raggiungere gli obiettivi di loro interesse, sono decisamente proattive nel selezionare e nel crearsi un ambiente fisico e sociale che si accordi alle loro capacità e risorse percepite. In tale processo la possibilità di raggiungimento dei propri obiettivi e di sviluppo personale sono massimizzate.

Le credenze di autoefficacia non sono statiche, ma si generano e sono costantemente modificate da almeno cinque fonti a loro volta influenzate dalle interpretazioni che le persone danno delle esperienze passate e presenti.

1) Esperienze di mastery: precedenti esperienze di padroneggiamento e successo nello stesso compito aumentano l’autoefficacia percepita, essa a sua volta aumenta la perseveranza nel superare le difficoltà durante l’esecuzione del compito stesso.
2) L’esperienza vicaria: l’osservazione di performance positive compiute da modelli sociali (come genitori ed insegnanti) e da persone le cui capacità sono simili alle proprie (come il gruppo dei pari) può generare un forte senso di autoefficacia. Una buona mastery e la presenza di modelli sociali, come genitori, insegnanti o pari, che affrontano efficacemente delle sfide possono mostrare come stimolare l’apprendimento di nuove abilità e strategie (Schunk e Zimmerman, 2007).3) La persuasione sociale: una persuasione sociale convincente fornita da altri significativi, come genitori e insegnanti, può aumentare l’autoefficacia di un giovane, sempre che egli possieda almeno un po’ quella capacità. Il fallimento dopo aver intrapreso un compito difficile con false aspettative di successo può essere molto dannoso per le credenze di autoefficacia in quell’ambito. Una persuasione sociale di successo dovrebbe includere la modificazione di tutte le variabili processuali precedentemente considerate: l’espansione del repertorio comportamentale tramite uno skills training ed il controllo ambientale per facilitare una performance di successo, così come il rimarcare la desiderabilità dei risultati.

4) Stati fisiologici ed affettivi: le condizioni fisiologiche ed emozionali attuali e percepite lavorano direttamente attraverso i processi affettivi sopra descritti per influenzare le credenze di autoefficacia di una persona. Queste condizioni includono la prontezza fisica e mentale all’azione, il tasso di affaticamento e influenzano direttamente la decisione di continuare o arrendersi. Profonda importanza rivestono anche le credenze riferite al sé riguardo queste condizioni.
5) Esperienze immaginative: ripetizioni immaginative di performance positive o negative possono migliorare le capacità di coping e l’autoefficacia (tecniche cognitivo-comportamentali che usano le esperienze immaginative sono ad esempio la desensibilizzazione sistematica e il covert modeling) (Klassen e Usher, 2010; Williams, 1995).

La relazione tra autoefficacia e performance

Secondo la teoria dell’autoefficacia vi sarebbero tre processi mentali specifici che spiegano la relazione tra autoefficacia e risultati nelle performance in una determinata situazione, e cioè processi che in qualche misura intervengono nella relazione tra queste due variabili.

Si tratta di tre processi di assessment della propria autoefficacia in una data situazione o compito:

  • Analisi delle richieste poste da una situazione/compito: l’individuo si trova a valutare che cosa è necessario per affrontare una situazione o svolgere un compito o un’attività;
  • Analisi attributiva dell’esperienza occorsa: la valutazione dell’individuo riguardo le ragioni che spiegano il successo o l’insuccesso nell’ affrontare una situazione o un compito o un’attività. In tal senso si rimanda anche al concetto di locus of control interno o esterno;
  • Valutazione delle risorse e dei vincoli personali e situazionali: l’individuo si trova a valutare i fattori personali e situazionali in gioco nell’affrontare una situazione, un compito o un’attività. I fattori personali includono ad esempio la percezione delle proprie abilità e competenze, mentre i fattori situazionali riguardano le richieste e le sfide specifiche poste da una situazione.

Bandura suggerisce ad esempio di favorire in classe insegnamenti personalizzati su ciascun allievo, elemento che ridurrebbe drasticamente confronti sociali demoralizzanti e massimizza valutazioni personali sui propri standard interni e maggiore competenza personale percepita (Bandura, 2000b).

In secondo luogo potrebbe essere utile strutturare attività didattiche su base cooperativa e favorire pratiche di tutoring attivo tra studenti, in modo che i più svantaggiati possano contare su modelli efficaci rappresentati dagli studenti più abili che a loro volta, assumendo temporaneamente il ruolo attivo di insegnamento, perfezionino e affinino la padronanza della materia, le proprie abilità comunicative e la propria autoefficacia scolastica.

Suddividere attività complesse in sotto-obiettivi relativamente semplici da conseguire, al fine di ottenere periodici feedback positivi circa le proprie abilità costituisce un’ulteriore modalità di potenziamento della propria autoefficacia, assieme all’invito agli studenti ad auto-istruirsi verbalmente per trovare le soluzioni più appropriate per ciascun compito. Cruciale, da parte dell’insegnante, il fornire feedback appropriati tanto sulla buona qualità del lavoro svolto quanto sui risultati ottenuti dagli studenti, promuovendo quindi un locus of control prevalentemente interno. Infine Bandura sottolinea la necessità, da parte degli insegnanti, di potenziare a propria volta la propria autoefficacia e a stringere proficue collaborazioni con le famiglie degli alunni (Bandura, 2000b).

Come migliorare l’autoefficacia (la capacità del fare) e diventare più sicuri dei risultati prodotti dalle nostre azioni quotidiane.

STRATEGIE DI SVILUPPO DELL’AUTOEFFICACIA

“Le convinzioni che le persone nutrono sulle proprie capacità hanno un profondo effetto su queste ultime. La capacità non è una proprietà fissa; c’è un’enorme variabilità di prestazioni. Chi è dotato di autoefficacia si riprende dai fallimenti; costoro si accostano alle situazioni pensando a come fare per gestirle, senza preoccuparsi di ciò che potrebbe eventualmente andare storto.” (A. Bandura)

Una persona con basso senso di autoefficacia agirà con poca fiducia sui risultati che potrà ottenere, generando un impatto negativo su: impegno, aspirazioni, perseveranza, resilienza, scelte, reazione allo stress

Una persona con basso senso di autoefficacia agirà con poca fiducia sui risultati che potrà traguardare, generando un impatto negativo su:

  • Impegno e aspirazioni.
  • Qualità delle proprie scelte.
  • Perseveranza.
  • Resilienza.
  • Vulnerabilità allo stress..

Autoefficacia e Locus Of Control

“Ho notato che anche le persone che affermano che tutto è già scritto e che non possiamo far nulla per cambiare il destino, si guardano intorno prima di attraversare la strada.”(Stephen Hawking) 

Il Locus Of Control è un termine utilizzato in psicologia per definire il livello di fiducia sulla capacità di essere l’artefice del proprio destino. Avere un locus of control interno esprime la capacità di prendersi la responsabilità della propria vita in termini di successi ed insuccessi. Al contrario, avere un locus of control esterno significa delegare la propria esistenza al fato ed alla fortuna, perdendo gradualmente fiducia nelle proprie capacità. Nella maggior parte dei casi un locus of control esterno è associato ad un basso livello di autoefficacia.

Le esperienze dirette

“L’esperienza non è ciò che accade a un uomo. È ciò che un uomo fa di ciò che accade a lui.”
(Aldous Leonard Huxley)

Ogni esperienza di vita incide direttamente sul senso di efficacia. Quando la affrontiamo traguardando con successo i nostri obiettivi, aumentiamo automaticamente la fiducia nelle nostre capacità.

La parte interessante è che anche in caso di insuccesso possiamo migliorare il senso di autoefficacia. Ciò che può trasformare un fallimento in una importante occasione di crescita, è la capacità di valorizzare il fatto di averci comunque provato, di identificare le cose che non hanno funzionato imponendosi di migliorare le qualità personali che ci avrebbero guidato verso il successo.

In queste situazioni è utile porsi tre domande:

  1. “Cosa posso imparare da questa esperienza?”
  2. – “Quali competenze devo migliorare affinché, in una situazione analoga, non commetta più gli stessi errori?”
  3. – “Quali sono gli aspetti positivi legati a questa vicenda?”

 

Il vero fallimento risiede nella rinuncia. Ogni esperienza vissuta rappresenta, solo per il fatto di averla affrontata, un piccolo grande successo. Come era solito affermare Edison: “Le persone non sono ricordate per il numero di volte che falliscono, ma per il numero di volte che hanno successo”.

 L’osservazione delle esperienze altrui

“Il modellamento per me costituisce la strada maestra verso l’eccellenza. Se mi imbatto in qualcuno che produce un risultato da me desiderato, io posso produrre gli stessi risultati purché sia disposto a pagare il prezzo necessario in tempo e sforzo.”
(Anthony Robbins)

Le esperienze vicarie e di modellamento di cui parla Bandura, sono un’arte che utilizziamo inconsapevolmente sin da piccoli per apprendere una abilità attraverso l’osservazione dei comportamenti altrui.

Questa tecnica, sfruttata al massimo del suo potenziale (modeling esplicito), permette di apprendere rapidamente una abilità attraverso lo studio dei comportamenti di persone che hanno raggiunto risultati rilevanti in quel campo di interesse. Attenzione però, il modeling non è imitazione, ma capacità di cogliere le strategie vincenti delle persone di successo adattandole a quelli che sono i propri talenti, al contesto, ed alle proprie predisposizioni naturali.

La persuasione verbale e le influenze sociali

“Per avere in mano la propria vita, si deve controllare la quantità e il tipo di messaggi a cui si è esposti.”
(Chuck Palahniuk)

L’incoraggiamento ricevuto attraverso le relazioni sociali, unitamente alla credibilità della fonte, sono un importante elemento di condizionamento del nostro senso di efficacia.

Se ricevere gratificazione può regalarci fiducia, essere criticati ha l’effetto contrario, ecco perché devi essere sempre il primo a persuaderti dell’efficacia delle tue azioni (auto-persuasione).

4. La gestione degli stati fisiologici ed emozionali

“Se non sai gestire le emozioni, le emozioni gestiranno te.”
(Doc Childre e Deborah Rozman)

La gestione delle emozioni è un tema estremamente ampio. Quello che è importante sapere in questo contesto, è che le emozioni hanno un impatto diretto sul nostro corpo. Agitazione, tensione muscolare, stanchezza sono tutti indicatori fisiologici che devono essere interpretati come segnali che il nostro corpo ci invia per cambiare atteggiamento.

Le persone dotate di un alto livello di autoefficacia sanno interpretare e gestire correttamente questi segnali, e sono in grado di individuare la strategia migliore da adottare per trasformare una emozione negativa in energia positiva.

L’utilizzo dell’immaginazione è il quinto strumento di sviluppo dell’autoefficacia proposto da Bandura.

La mente inconscia non distingue fra un’esperienza vividamente immaginata e una esperienza realmente vissuta. Questo significa che sviluppare la capacità di vedersi efficaci e vincenti rafforza la fiducia nella nostra efficacia.

Articolo scritto dalla dott.ssa Elisa Bezze psicologa e psicoterapeuta riceve a Saronno presso il centro Interapia

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