Con questo nuovo articolo vi vogliamo introdurre ad un ciclo di articoli sulla regolazione emotiva, aspetto di grande rilevanza per il benessere psicologico di ogni individuo, illustrando di cosa si tratta, come si sviluppa ed esplorando eventuali strategie per regolare le emozioni. 

Prima di addentrarci in questa tematica, vi proporremo un breve, ma indispensabile, “viaggio” sulle emozioni. 

che cos’è un’emozione?

Seppur sia difficile descrivere cosa sia un’emozione, quest’ultima può essere definita come un fenomeno complesso, che ha una durata nel tempo e che si manifesta in relazione ad eventi interni o esterni percepiti come soggettivamente salienti per la persona, attraverso una combinazione di componenti soggettive, cognitive, fisiologiche e comportamentali.  

schema del funzionamento delle emozioni

Alcune considerazioni importanti

  • Le teorie evoluzionistiche considerano le emozioni come universali, sviluppate filogeneticamente per selezione naturale, atte a migliorare le capacità di adattamento e interazione con l’ambiente. 

Tuttavia, accanto a tale carattere di universalità delle emozioni, un altro aspetto da tenere in considerazione, per comprendere il mondo emotivo di ogni persona, riguarda l’attenzione posta, dalle teorie costruttiviste, alle differenze individuali e culturali dell’esperienza emotiva.

  • Studi interculturali hanno evidenziato che gli individui differiscono notevolmente nel modo in cui sentono ed esprimono le emozioni: il modo in cui una persona avverte ed esperisce la rabbia non è lo stesso in cui la sente ed esperisce suo marito/suo figlio/suo fratello. 

Una certa categoria emotiva, definita a livello linguistico come rabbia, si può, pertanto, manifestare, in ogni persona, con diversi pattern comportamentali o con diverse sensazioni fisiche. 

  • L’esperienza emozionale può differenziarsi per:
  • Velocità di insorgenza dell’emozione: alcune persone si possono arrabbiare più in fretta di altre.
  • Intensità e durata: un’emozione per alcuni può essere vissuta in modo più intenso, per altri in modo più moderato o blando.
  • Tempi di recupero: fa riferimento alla durata che serve per dissolvere l’emozione provata.
  • Le teorie dell’appraisal evidenziano che le emozioni non scaturiscono da eventi esterni in modo automatico, ma sorgono dalle interpretazioni e significati che la persona attribuisce ad una data situazione/evento.
  • Le emozioni possono essere percepite come piacevoli o spiacevoli ma non sono giuste o sbagliate, positive o negative. È legittimo provare qualsiasi emozione.
  • Riconoscere le emozioni, accogliendole e accettandole, permette di raggiungere un migliore equilibrio psicofisico con se stessi e con gli altri. 

A cosa servono le emozioni?

Le emozioni assolvono diverse funzioni: 

  • ci danno informazioni circa le nostre esigenze e i nostri bisogni in un dato momento
  • ci permettono di valutare diverse condizioni ambientali, fornendo una modalità di adattamento (es: paura di fronte ad un pericolo)
  • guidano il modo in cui percepiamo e interagiamo con gli altri 
  • modulano le motivazioni del nostro agire
  • ci orientano nell’attività di costruzione di significati.

Emozioni primarie e secondarie

La distinzione tra emozioni primarie o basiche e secondarie o complesse riguarda due importanti aspetti:

  1. Il periodo evolutivo in cui compaiono
  2. Il ruolo delle competenze sociali, cognitive che comporta il manifestarsi delle emozioni secondarie

Le emozioni primarie o basiche sono universali, presenti fin dalla nascita e si manifestano nei primissimi giorni di vita:

  • Gioia: quest’emozione motiva la nostra vita; quando la si sperimenta dà energia, si è disponibili, flessibili ed entusiasti nei riguardi di diversi compiti, pronti a battersi per obiettivi più svariati. Incide positivamente sull’apprendimento e la memoria e riduce gli effetti di emozioni spiacevoli. 

Le espressioni più evidenti collegate alla gioia sono il sorriso, le risate, ma anche il pianto (commozione). 

Dopamina e ossitocina, sono due ormoni che il corpo produce maggiormente quando si vivono esperienze piacevoli, aumentando le difese che preservano la salute psicofisica. 

  • Paura: è una delle emozioni più antiche e ha una funzione fondamentale per la nostra sopravvivenza. La paura si manifesta a fronte di un pericolo, una minaccia, un dolore fisico ma anche in situazioni sociali: paura di un giudizio altrui, di non essere perfetti. Può emergere, pertanto, in svariate circostanze. Alcune paure possono essere apprese: se in una situazione si è sperimentato un grande spavento, si può avere un’attivazione di questa emozione, anche in altre situazioni simili, non per forza pericolose, che richiamano l’evento vissuto in precedenza. Per esempio: se si rimane bloccati su una cabinovia, si può manifestare la paura di poter rimanere bloccati di nuovo, all’idea di prenderla. 

La paura si può manifestare per qualcosa che si sta vivendo nel momento presente o per qualcosa che non è successo, ma che viene percepito come minaccioso (paura anticipatoria).

Studi evoluzionistici, hanno evidenziato che, di fronte a tale emozione, il corpo è predisposto ad agire in due modi: fuggire o immobilizzarsi; l’immobilizzarsi diminuisce, così la probabilità di essere notati. 

  • Rabbia: è un’emozioneche si manifesta quando percepiamo che dobbiamo difenderci da una minaccia, quando avvertiamo di subire un’ingiustizia, quando ci sentiamo offesi o riteniamo siano state offese personea noi significative. Determina diverse modificazioni a livello fisiologico e può essere espressa tramite diversi segnali corporei; due elementi importanti sono: come viene percepita internamente e come viene espressa al di fuori (reazione). 

La rabbia serve a comunicare qualcosa di importante che avvertiamo dentro di noi; se viene ben espressa, ci aiuta ad adattarci alla realtà, modificando ciò che ci fa star male e affrontando i problemi. 

  • Tristezza: comporta una diminuzione di energia ed entusiasmo, a cui si accompagna una chiusura e/o ritiro in se stessi. Tale chiusura dà l’opportunità di affrontare ciò che si sta vivendo, comprendere le conseguenze e, quando le energie ritornano, essere pronti per affrontare nuove cose. Dal punto di vista evolutivo, la caduta di energie e il ritiro, svolge un importante ruolo nella vita come stimolo all’autoaccudimento (prendersi cura di se stessi) o alla richiesta dell’aiuto altrui. Tristezza non è sinonimo di depressione. La principale reazione fisiologica alla tristezza è rappresentata dalle lacrime.
  • Disgusto: è quell’emozioneche si manifesta di fronte ad uno stimolo sgradevole, avverso a cui si accompagna un’azione di allontanamento. A livello evolutivo ha avuto una funzione protettiva rispetto al possibile rischio di ingerire, toccare sostanze velenose.                                                          

Il disgusto è attivato dalla percezione di uno stimolo tramite i cinque sensi (da un gusto nauseabondo, da un odore da cui vorremmo scappare, dalla vista di qualcosa che può disgustarci, da suono o da una sensazione tattile). Non solo sapori, odori, sensazioni tattili, pensieri attivano il disgusto ma anche azioni, aspetto o idee delle persone. 

  • Sorpresa: ha una durata molto breve, dopo poco si mescola con altre emozioni (paura, gioia, sollievo, rabbia).

È un’emozione improvvisa che si manifesta a fronte di qualcosa di nuovo e imprevisto, accompagnata da una sensazione di piacevolezza e gioia o, talvolta, di spavento per situazioni improvvise poco piacevoli. È un’emozione che fa da traino alla crescita. 

A livello evoluzionistico, ha spinto ad andare oltre la semplice sopravvivenza, esplorando il nuovo e intraprendendo nuovi cammini. La sorpresa, ci permette, di ampliare le nostre conoscenze. 

Le emozioni secondarie compaiono più tardi nello sviluppo perché richiedono maggiori competenze cognitive rispetto alle emozioni basiche; sono apprese e influenzate dall’esperienza individuale. 

  • Vergogna: reazione emotiva legata al poter essere giudicati o sottomessi in un contesto sociale; solitamente segue ad una sconfitta o fallimento.
  • Delusione: emozione legata alla costatazione che le aspettative o speranze coltivate sugli altri o sul raggiungimento di obiettivi, non hanno riscontro nella realtà.
  • Senso di colpa: emozione legata ad evitare di causare un danno a sé o agli altri o, se è successo, di riparare il danno stesso.
  • Invidia: stato emozionalein cui una persona sente un forte desiderio di avere ciò che l’altro possiede.
  • Allegria: stato di contentezza e d’animo gioioso e spensierato.
  • Speranza: reazione emotiva legata alla sensazione che eventi siano gestibili e quindi indirizzabili verso esiti sperati come migliori.
  • Nostalgia: emozione caratterizzata da un senso di tristezza, ma anche, talvolta di felicità, per la lontananza da luoghi, persone, situazioni che si vorrebbe rivivere. 

Emozioni e Corpo

Corpo ed emozioni sono intrinsecamente connesse. 

Le emozioni si esprimono attraverso il corpo: movimenti, espressioni facciali, posture, sono elementi che forniscono segnali agli altri e ci permettono anche di cogliere gli stati emotivi altrui. 

Il corpo oltre ad essere il mezzo attraverso cui si manifestano le emozioni, è allo stesso tempo il luogo in cui avvertiamo e percepiamo, tramite segnali e attivazioni fisiche, le emozioni. Per esempio: una sensazione di nodo alla gola, una pesantezza al petto, lo stomaco chiuso, contratto, la testa appesantita sono sensazioni che vi sarà capitato di provare a fronte di diverse situazioni. 

Le sensazioni fisiche sono quindi, l’espressione dell’emozione che si sta provando in un dato momento.

Il corpo ci fornisce importanti segnali circa le nostre emozioni; coglierli e comprenderli ci aiuta a leggere con maggior chiarezza come stiamo. 

Conclusioni

Le emozioni giocano un ruolo centrale nella vita di ogni individuo e costituiscono la parte più autentica di ogni persona. Imparare a decifrare ciò che stiamo provando, legittimando i propri stati emotivi, è la base per una miglior regolazione delle emozioni stesse, con risvolti positivi sul proprio benessere psicologico. 

Bibliografia: 

A cura di G.Rezzonico e I.De Marco, “Lavorare con le emozioni nell’approccio costruttivista”, Bollati Boringhieri, 2012. 

D. Goleman, “Intelligenza emotiva: che cos’è e perché può renderci felici”, Rizzoli, 2011. 

P.Ekman, “ Te lo leggo in faccia: riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste”, Edizioni Amrita, 2008. 

A.Pellai, B. Tamborini, “La bussola delle emozioni”, Mondadori, 2019. 

Puoi approfondire nel video della dott.ssa Scarola il tema delle emozioni sul nostro canale youtube

Articolo scritto da Ilaria Campostori psicologa e psicoterapeuta presso la sede di Legnano

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