Una breve definizione di depressione e di demenza

La depressione è un disturbo dell’umore tra i più comuni e invalidanti. Il tono dell’umore può essere considerato flessibile: tendenzialmente, quando le persone sperimentano situazioni piacevoli, esso tende a innalzarsi; quando si sperimentano invece situazioni negative, esso tende ad abbassarsi. In chi soffre di depressione, il tono dell’umore tende ad essere costantemente basso, indipendentemente dalle situazioni che la persona vive.

Oltre alla sfera affettiva, nella depressione possono essere coinvolti e compromessi anche aspetti cognitivi. I deficit cognitivi sono spesso parte integrante del quadro clinico di tale disturbo. Quando si parla di deficit o disturbi cognitivi, si fa riferimento a qualsiasi condizione medica che porta alla compromissione della memoria, dell’attenzione, della percezione e del pensiero, con conseguente difficoltà per la persona a mantenere una adeguata prestazione lavorativa e il funzionamento sociale e familiare. 

La demenza si configura come un lento e progressivo declino delle funzioni mentali, che comprendono la memoria, il pensiero, il giudizio e la capacità di apprendimento.

Tra i sintomi tipici della demenza abbiamo la perdita della memoria, i problemi di linguaggio e nello svolgimento di attività e compiti, il disorientamento spazio-temporale, i cambiamenti nella personalità e nel comportamento.

Tali sintomi portano la persona a diventare spesso completamente dipendente dagli altri. Tra le demenze più comuni consideriamo la malattia di Alzheimer, ossia una malattia neurodegenerativa che coinvolge in modo progressivo le cellule nervose, in particolare quelle che regolano i processi di memoria e di apprendimento. 

Ipotesi sul legame tra demenza e depressione negli anziani

Talvolta il confine tra demenza e depressione è di difficile identificazione. Infatti, la diagnosi differenziale tra la demenza nelle sue fasi iniziali e un disturbo depressivo può risultare difficile per la contemporanea comparsa sia di sintomi cognitivi, come deficit della memoria e scarsa concentrazione, sia di altri sintomi, come l’apatia, il ritiro sociale e la scarsa energia.

La frequente coesistenza tra demenza e depressione ha portato a formulare diverse ipotesi sulla loro possibile associazione.

Una prima ipotesi considera la depressione come un prodromo della demenza, e non un disturbo distinto, che può precedere anche di molto l’esordio del deficit cognitivo. In altre parole, la depressione potrebbe configurarsi come fattore di rischio per l’evoluzione della demenza. In quest’ottica, per spiegare l’associazione tra demenza e depressione, sono state sollevate diverse considerazioni:

  • La depressione può essere vista come conseguenza e reazione alla compromissione cognitiva, legata alla consapevolezza nelle fasi iniziali del deterioramento da parte della persona delle proprie difficoltà cognitive che via via peggiorano.
  • La depressione può non agire direttamente sul processo patologico della demenza, ma piuttosto sulla soglia per la sua manifestazione. La depressione, come abbiamo visto, comporta infatti deficit cognitivi che si aggiungono a quelli presenti nelle fasi iniziali della demenza.
  • La depressione può essere vista come fattore causale, che porterebbe ad una atrofia dell’ippocampo, e quindi, all’insorgenza della demenza.

Una seconda ipotesi considera invece la depressione come una entità clinica indipendente dalla demenza. Alcuni autori sottolineano come la sintomatologia depressiva nel paziente affetto da demenza vada incontro a miglioramento in seguito all’utilizzo di una appropriata terapia antidepressiva. Infatti, se i sintomi depressivi facessero parte del quadro demenziale, il miglioramento dei sintomi stessi tenderebbe ad essere assente.

Gli elementi che differenziano la depressione dalla demenza

Come si evince, distinguere in modo chiaro depressione e demenza è complesso, perché le due sindromi presentano alcuni sintomi che si sovrappongono. Ad ogni modo, è possibile identificare alcuni elementi di differenziazione tra depressione e demenza, che si possono evidenziare in alcuni aspetti specifici, come l’anamnesi e il decorso clinico, il comportamento e i caratteri correlati ai disturbi di memoria, cognitivi e intellettivi. 

Rispetto all’anamnesi e al decorso clinico, nel disturbo depressivo possiamo osservare come

  • la famiglia è sempre consapevole del disturbo e della sua gravità;
  • l’esordio può essere identificato e datato con una certa precisione;
  • si osserva una rapida progressione dei sintomi dopo l’esordio;
  • si può anche osservare una anamnesi positiva per disturbi psichiatrici precedenti.

Nella demenza possiamo osservare invece come:

  • la famiglia spesso non è conscia del disturbo e della sua gravità;
  • l’esordio può essere datato approssimativamente;
  • si osserva una lenta progressione dei sintomi;
  • si può anche osservare una anamnesi negativa per disturbi psichiatrici precedenti.

Rispetto al comportamento clinico, nella depressione si osserva che:

  • i pazienti tendenzialmente si lamentano molto della perdita delle funzioni cognitive, anche in modo molto dettagliato;
  • i pazienti pongono l’accento sulla loro disabilità, sottolineando i propri errori;
  • i pazienti, a causa dell’apatia, possono avere difficoltà ad eseguire compiti anche semplici;
  • i pazienti solitamente comunicano un forte senso di disagio.

Nella demenza osserviamo invece come:

  • i pazienti, ad eccezione delle fasi iniziali, si lamentano poco della perdita delle abilità cognitive;
  • i pazienti si lamentano della perdita delle funzioni cognitive in modo piuttosto vago;
  • i pazienti tendono a nascondere la loro disabilità;
  • i pazienti si impegnano a eseguire compiti anche molto semplici, servendosi di note, calendari, etc.

Rispetto ai caratteri correlati ai disturbi di memoria, cognitivi e intellettivi, nella depressione si osserva come: 

  • l’attenzione e la concentrazione sono spesso conservate;
  • i pazienti possono fornire risposte vaghe (“Non so”) in differenti test;
  • vi è una perdita della memoria per eventi recenti e remoti;
  • vi sono comuni vuoti di memoria per periodi o eventi specifici.

Nella demenza si osserva che:

  • l’attenzione e la concentrazione sono spesso compromesse;
  • le risposte ai test sono spesso approssimative, e i pazienti possono scambiare cose insolite per cose note;
  • vie è una perdita della memoria per eventi recenti più grave di quella per eventi remoti;
  • vi sono insoliti vuoti di memoria per periodi specifici.

Conclusioni

Demenza e depressione non sempre sono facilmente distinguibili, a causa della sovrapposizione dei sintomi.

Gli elementi sopra specificati possono comunque essere d’aiuto per orientarsi nella comprensione dei due disturbi.

Ad ogni modo, è importante che, all’insorgenza dei primi campanelli d’allarme, la famiglia si mobiliti per una valutazione specialistica accurata, poiché entrambi i quadri clinici rappresentano un’importante fonte di sofferenza e di disabilità sia per il paziente che per il caregiver, e necessitano dunque di un intervento appropriato.

Articolo scritto dalla dott.ssa Pagani psicologa presso il centro di Saronno

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