LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) è un acronimo usato per riferirsi a persone che selezionano tali etichette di identità sessuali o di genere come personalmente significative per loro.

Secondo la definizione dell’American Psychological Association, l’orientamento sessuale si riferisce a un modello duraturo di attrazione di carattere emotivo, romantico e/o sessuale per uomini, donne o entrambi i sessi.

Le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) sperimentano maggiori problemi di salute mentale come depressione, ansia, tentativi di suicidio, disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e di salute fisica (ad esempio malattie cardiovascolari), rispetto agli individui eterosessuali.

Diversi studi hanno rivelato maggiori probabilità di disagio psicologico tra i giovani delle minoranze sessuali rispetto agli eterosessuali. È emerso che i giovani LGBT sperimentano maggiore disagio psicologico caratterizzato da sintomi di somatizzazione, depressione e ansia; inoltre i giovani LGBT sperimentano maggiori fattori di stress dall’infanzia alla prima età adulta, come per esempio maggiori probabilità di abuso infantile e il rifiuto da parte della famiglia di origine, fattori che esacerbano i problemi di salute mentale, come la depressione e l’ansia.

Chiaramente il disagio psichico non dipende strettamente dall’identità o dall’orientamento sessuale, ma dalle condizioni ambientali che generalmente si creano intorno alle persone LGBT.

Per esempio la teoria dello stress delle minoranze (Meyer 2003) ha fornito un quadro fondamentale per comprendere la qualità della salute mentale delle minoranze sessuali. Essa afferma che le minoranze sessuali sperimentano fattori di stress cronici legati alle loro identità stigmatizzate, tra cui vittimizzazione, pregiudizio e discriminazione. Queste esperienze, oltre ad essere fattori di stress quotidiano, compromettono la salute mentale e il benessere delle persone LGBT. Meyer definisce tre livelli di stress, da distale a prossimale: (a) fattori di stress oggettivi o esterni, che includono la discriminazione istituzionalizzata e i conseguenti atteggiamenti di pregiudizio e vittimizzazione; (b) le proprie aspettative che si verificheranno le condizioni di vittimizzazione o di rifiuto e l’attivazione legata a tali aspettative; (c) l’interiorizzazione di atteggiamenti sociali negativi (spesso definiti come omofobia interiorizzata).

Fattori di stress sia prossimali che distali come l’omofobia interiorizzata, la coscienza dello stigma, l’occultamento dell’identità, l’eterosessismo e la vittimizzazione sono meccanismi che spiegano i più alti tassi di problemi di salute mentale nelle minoranze sessuali, quali sintomi di somatizzazione e ansia, depressione, uso di sostanze e tentativi di suicidio. Dunque l’accumulo di questi fattori di stress specifici dell’orientamento sessuale e la ripetuta marginalizzazione possono esacerbare i problemi di salute mentale.

Anche durante la vecchiaia,  i gruppi emarginati possono essere maggiormente a rischio per problemi di salute mentale e fisica più tardi nella vita a causa dell’accumulo di fattori stressanti nel tempo. Inoltre, gli individui possono sperimentare la “proliferazione dello stress”, che è la produzione di nuovi fattori di stress che derivano da precedenti eventi stressanti della vita e, a loro volta, esacerbano i problemi di salute mentale e riducono la capacità di far fronte allo stress.

Inoltre la ripetuta esposizione a di fattori di stress esercita un’influenza anche a livello biologico, compromettendo anche la salute fisica delle persone.

Sembrerebbe dunque che per certi versi le persone LGBT siano condannate ad avere un’esistenza più ricca di sofferenze, ma non è proprio così. Avete presente il proverbio “Ciò che non distrugge fortifica”? Possiamo dire che non è mai stato così pertinente.

Mustanski et al. hanno condotto uno studio su un campione di 248 giovani LGBT statunitensi, misurando i livelli di vittimizzazione (minacce verbali e fisiche subite, aggressioni o forte disapprovazione), disturbo depressivo maggiore e disturbo da stress post-traumatico. È emerso che persone LGBT sperimentano maggiore discriminazione, molestie e vittimizzazione nel corso della loro vita rispetto agli eterosessuali e che, in risposta a questi fattori di stress, le persone LGBT sperimentano più problemi di salute mentale rispetto agli individui eterosessuali. Inoltre i giovani che hanno sperimentato livelli moderati di vittimizzazione che sono aumentati nel tempo o che hanno costantemente sperimentato alti livelli di vittimizzazione erano a maggior rischio di depressione e di disturbo da stress post-traumatico rispetto ai giovani che avevano sperimentato bassi livelli di vittimizzazione.

Tuttavia è anche emerso che, ripetendo lo stesso studio sullo stesso campione a distanza di anni, il disagio psicologico era di gran lunga diminuito. Questo può dipendere dal fatto che, crescendo, si diventa meno esposti alla vittimizzazione da parte dei pari, aumentano le possibilità di scegliere le proprie amicizie e si diventa più propensi a fruire delle risorse provenienti dallo stesso mondo LGBT.

Questo vuol dire che da una parte l’accumulo di molteplici forme di vittimizzazione e di eventi infantili negativi può avere un’influenza negativa sulla salute mentale, ma è anche vero che dall’altra le persone LGBT possano essere particolarmente resilienti di fronte a fattori di stress cumulativi. Sebbene le vite dei giovani LGBT siano generalmente influenzate dall’eterosessismo e dall’emarginazione e sebbene questo li esponga maggiormente a sviluppare una qualche forma di sofferenza psichica, è anche estremamente variabile il grado in cui queste esperienze si accumulano nel corso della loro vita e vi influiscano in maniera definitiva. Diventa pertanto fondamentale identificare i fattori chiave che possono condurre ad uno sviluppo positivo e i modi per ridurre i problemi di disagio psicologico vissuti dalle persone LGBT: non è una condanna all’infelicità ma è possibile trasformare tutto ciò che di negativo si è sperimentato nel corso della propria vita in una maggiore resistenza allo stress e in una maggiore capacità di far fronte agli eventi negativi.

Articolo scritto dalla dott.ssa Annarita Scarola Psicologa Psicoterapeuta

Mustanski, B., Andrews, R., Puckett, J.A. (2016), “The Effects of Cumulative Victimization on Mental Health Among Lesbian, Gay, Bisexual, and Transgender Adolescents and Young Adults”. Psychological Bulletin, 129, pp. 674-697.

MEYER, I.H. (2003), “Prejudice, social stress, and mental health in lesbian, gay, and bisexual populations: conceptual issues and research evidence”. The American Journal of Public Health, 106(3), pp. 527-533.

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