L’ACT (Acceptance and Commitment Therapy), una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale, promuove una visione della sofferenza umana che è controintuitiva e non convenzionale.

Secondo questo modello, ciò che crea sofferenza nelle persone sono i ripetuti tentativi messi in atto per evitare di entrare in contatto con pensieri ed emozioni spiacevoli che rendono difficile stare nel momento presente e agire secondo i propri valori.

Che cos’è l’inflessibilità psicologica

Questo è ciò che chiamiamo inflessibilità psicologica e che la società in cui viviamo ci spinge a fare inviandoci messaggi su tutto quello che possiamo fare per essere felici e stare lontani dalla sofferenza. Si tratta però di un’illusione e i tentativi che facciamo per controllare il nostro stato interiore (sentirci felici e stare lontani dal dolore) possono portare solo risultati a breve termine ma sul lungo periodo non funzionano.

Secondo l’ACT la sofferenza psicologica esiste ed è normale e proprio perché è inevitabile, cercare di eliminarla non è possibile, mentre un’alternativa più realistica è fare qualcosa per cercare di non incrementarla. 

Per meglio capire cosa succede quando cerchiamo di combattere contro la sofferenza possiamo parlare dell’esistenza di due tipi di dolore: il dolore puro e il dolore sporco. Il primo è inevitabile e legato alle condizioni esistenziali umane, ad esempio il dolore per le malattie, per la morte, la vecchiaia, la lontananza di una persona.

È dunque un dolore caratterizzato da un livello naturale di disagio fisico ed emotivo. Il secondo è la lotta che facciamo contro il dolore puro, sono i tentativi di trovare una soluzione, di controllarlo, con la conseguenza che cresce la frustrazione e la sofferenza.

Una metafora utile per comprendere la differenza tra i due tipi di dolori è quella della doppia freccia. Se veniamo trafitti da una freccia proviamo dolore (dolore puro), se reagiamo arrabbiandoci con chi ci ha tirato la freccia o per esempio chiedendoci perché è capitato proprio noi è come se ci arrivasse addosso una seconda freccia (dolore sporco). In questo secondo caso aggiungiamo quindi solo ulteriore sofferenza.

Il linguaggio, tipico degli esseri umani, è alla base di questa sofferenza. Pensiamo a come possiamo essere in grado di provare dolore anche nei giorni più belli della nostra vita, ad esempio ricordandoci qualcosa di brutto oppure immaginando un futuro in cui accadrà qualcosa di brutto o ancora iniziando a confrontare la nostra vita con quella di qualcuno che sembra stare meglio di noi. La raffinatezza della nostra mente comporta dunque inevitabilmente anche una quota significativa di dolore. 

L’inflessibilità psicologica porta dunque alla sofferenza ed è presente sia quando cerchiamo di evitare alcune esperienze sia quando la nostra mente è prevalentemente nel passato o nel futuro, quando siamo fusi con regole rigide, giudizi e opinioni che non ci fanno vedere la realtà così come è, quando non abbiamo chiaro quali sono i nostri valori oppure li trascuriamo, e quando mettiamo in atto azioni che sono autolesive e inefficaci.

Flessibilità psicologica come rimedio

Al contrario, lo sviluppo della flessibilità psicologica può invece contribuire al nostro benessere. Per flessibilità psicologica si intende “essere pienamente in contatto con il momento presente, come essere umano consapevole e, sulla base di ciò che la situazione permette, cambiare o persistere in comportamenti che perseguono i propri valori di vita”.

Si tratta quindi di imparare ad agire in modo efficace seguendo i propri valori anche quando siamo di fronte a situazioni difficili. La flessibilità psicologica si sviluppa tramite l’esercizio di alcune abilità che possono essere raggruppate in tre principali categorie:

  • Aprirsi: essere disponibili, fare spazio ai propri pensieri ed emozioni, a ciò che si pensa e si sente
  • Essere presenti: concentrarsi su ciò che accade nel momento presente ed esserne consapevoli
  • Agire in base a ciò che è importante, secondo i nostri valori

Il termine ACT è infatti l’acronimo di Accept your reaction and be present (accetta le tue esperienze interiori e sii presente a te stesso); Choose a valued direction (scegli una direzione di valore); Take action (agisci).

Tra le abilità psicologiche contenute in queste categorie troviamo quella di prendere le distanze dai nostri pensieri, cioè lasciarli andare e venire senza agganciarci. Un semplice esercizio che potete fare è individuare un pensiero negativo in cui rimanete facilmente intrappolati (esempio “non sono capace”) e cantarlo sulle note di una canzone, ad esempio di “Tanti auguri a te”.

Che effetto vi fa ora quel pensiero?

Oppure potete immaginare di mettere tutti i vostri pensieri e sentimenti in un libro o in un film intitolato “la storia di …”, come lo chiamereste? E ogni volta che questa storia si ripresenta potete dirvi “ah c’è ancora la storia di …”.

Un’altra abilità che favorisce la flessibilità psicologica è l’accettazione, cioè la disponibilità a lasciar spazio e accogliere emozioni, sensazioni, impulsi che non ci piacciono.

Quando proviamo un sentimento, anche se spiacevole, questo è perché siamo dei normali esseri umani che teniamo alle cose importanti. E più il divario tra ciò che vogliamo e ciò che abbiamo è grande e più cresce la sensazione spiacevole.

Ma, come abbiamo visto prima, più combattiamo contro ciò che non ci piace più aumenta la nostra sofferenza.

Essere presente come abilità

L’abilità dell’essere presente nel qui e ora permette di incrementare la consapevolezza della nostra esperienza. Spesso viviamo infatti le situazioni in modo concettuale dando interpretazioni e perdiamo ciò che sta realmente accadendo.

Un modo per allenarsi a essere nel momento presente è aprirsi ai 5 sensi, notare cosa c’è intorno a noi, quali odori, quali suoni, quali sensazioni fisiche proviamo ad esempio quando tocchiamo un oggetto, quale gusto sentiamo quando stiamo mangiando.

Mangiare in modo consapevole, attività che invece spesso facciamo velocemente e in automatico, è un’attività che si presta molto a scoprire cose nuove rispetto a cibi che mangiamo da sempre ma senza aver mai posto molta attenzione. 

Le pratiche di mindfulness sono molto efficaci nello sviluppare queste abilità.

Infine, lo sviluppo della flessibilità psicologica è favorito nel momento in cui chiariamo a noi stessi quali sono i nostri valori, cioè per che cosa vogliamo impegnarci e come vogliamo comportarci. E sono questi valori che motiveranno e guideranno poi le nostre azioni.

Articolo scritto dalla dott.ssa Silvia Schiavolin psicologa presso la sede di Saronno del centro Interapia

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