Il vaginismo è una disfunzione sessuale della donna che, secondo il DSM 5 (2014), rientra nei Disturbi del dolore/penetrazione genito pelvico. In particolare, si fa riferimento a frequenti e persistenti problematiche tra cui: 

  • difficoltà nella penetrazione vaginale; 
  • dolore durante il rapporto sessuale o nei tentativi di penetrazioni vaginale; 
  • forte ansia per il dolore prima, durante o a seguito della penetrazione vaginale; 
  • tensione e contrazione dei muscoli del pavimento pelvico. 

Questi aspetti devono essere protratti per almeno 6 mesi causando un disagio significativo per la donna. 

Si stima che 1-2% delle donne in età postpuberale ne sia affetta, si ipotizza però che la prevalenza sia maggiore, ma difficilmente identificabile a causa della reticenza delle donne a chiedere aiuto. 

Cosa cambia tra vaginismo e dispareunia? 

A livello clinico, è molto difficoltoso fare diagnosi differenziale tra vaginismo e dispareunia, un altro disturbo del dolore sessuale. Per discriminare le due patologie è necessaria un’accurata anamnesi sessuale correlata al sintomo ed una corretta e specifica valutazione clinica. 

In particolare, bisogna porre attenzione ad alcune sottili differenze rispetto tali aspetti: 

  • sensazione algica: nella dispareunia si parla di dolore mentre nel vaginismo si definisce meglio come fastidio e disagio; 
  • aspetto psicologico: la donna che soffre di dispareunia ha paura del dolore, invece chi è affetto da vaginismo sperimenta una fobia per la penetrazione; 
  • reazione fisica: la donna con dispareunia verbalizza consapevolmente il suo rifiuto, al contrario la donna con vaginismo, nonostante il desiderio, sperimenta una reazione fisica di evitamento non volontario. In particolare, il muscolo pubococcigeo risulta contratto, iperattivo e sembra difficile da controllare volontariamente. Le donne riferiscono di avere un “muro” a livello dell’introito vaginale che rende impossibile la penetrazione.

Quindi, gli spasmi involontari della muscolatura pelvica ed extrapelvica finalizzati all’evitamento della penetrazione e la presenza di una risposta fobica sono elementi fondamentali per definire il vaginismo primario e distinguerlo dalla dispareunia.

Bisogna inoltre sottolineare che tale risposta è presente nonostante il desiderio di avere un rapporto sessuale e nonostante i numerosi tentativi effettuati. 

La diagnosi del grado di vaginismo

A seguito di una diagnosi di vaginismo viene indicato il grado di gravità. Vengono definiti 5 gradi sulla base di due parametri: 

  • il numero di muscoli coinvolti nello spasmo volontario; 
  • intensità della reazione fobica.

Il grading deve essere valutato da un ginecologo o un’ostetrica con una adeguata formazione in sessuologia. 

Qual è il trattamento necessario? 

A seguito di un’adeguata valutazione clinica e diagnosi è necessario procedere con un trattamento specifico ed efficace.

Data la presenza di una fobia per la penetrazione è necessario un trattamento psicosessuale che abbia la scopo di lavorare sulla paura della penetrazione, eventualmente supportato da una terapia farmacologica.

Spesso risulta necessario il coinvolgimento del partner nel trattamento in modo da indagare i vissuti, le dinamiche relazionali e gli eventuali circoli viziosi che rendono ancora più difficoltosa la risoluzione del problema.

Conseguenze a lungo termine per disfunzioni non trattate

Le disfunzioni sessuali possono ridurre il benessere sessuale, incidendo sulla qualità di vita. Se non trattate possono portare ad esperire emozioni spiacevoli, a difficoltà interpersonali e diventare motivo di auto svalutazione. 

Le relazioni con l’altro possono essere vissute in maniera negativa con il rischio di arrivare ad evitarle.

Le donne con vaginismo, impegnate in una relazione sentimentale, possono avere conseguenze negative, tra cui numerosi litigi, una riduzione o assenza dell’intimità, fino alla separazione.

Da questa riflessione si deduce l’importanza di un intervento adeguato e tempestivo.

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