L’affettività negativa è un tratto di personalità che porta il soggetto a sperimentare frequentemente e intensamente emozioni negative.

Chi ha un’elevata affettività negativa tende a provare più facilmente di altre persone emozioni di rabbia, disprezzo, senso di colpa, paura e nervosismo nella vita quotidiana. È come se si fosse più reattivi alle emozioni spiacevoli.

Che cos’è? 

L’affettività negativa è un costrutto psicologico che insieme ad altri tratti va a definire la personalità di un individuo. Secondo la teoria dei Big Five – di Robert R. McCrae e Paul T. Costa – la personalità è caratterizzata da cinque tratti:

  • estroversione
  • gradevolezza o amicalità
  • coscienziosità
  • stabilità emotiva
  • apertura mentale.

L’affettività negativa rientra nel concetto di stabilità emotiva e ne rappresenta il polo negativo: ovvero la tendenza a sperimentare emozioni spiacevoli in modo molto intenso e frequente indipendentemente dalle circostanze esterne.

Il soggetto è più sensibile agli stimoli avversi e percepisce il mondo come una fonte di minacce, problemi e frustrazioni.

Tale tratto induce la persona a reagire a livello emotivo in modo sproporzionato rispetto a quanto accade.

Può essere descritta da chi gli sta attorno come una persona “fumantina e spesso nervosa”. Al contrario, chi ha una bassa affettività negativa, è più sereno, calmo e ottimista. 

Quali possono essere le cause?

Il panorama della letteratura non è ancora univoco nell’individuare le cause di tale dimensione, ad oggi si fa riferimento ad una concomitanza di fattori: genetici, neurobiologici e ambientali. In particolar modo ci sarebbe una correlazione fra l’affettività negativa e il livello di alcuni neurotrasmettitori (serotonina e dopamina) e ormoni (melatonina, cortisolo, ossitocina) coinvolti nel controllo dell’umore. Anche il sistema limbico sarebbe chiamato in causa in termini di una sua iperattivazione che avrebbe come conseguenza una ipersensibilità agli stimoli avversi. 

L’affettività negativa risulta, inoltre, influenzata anche da fattori ambientali, in particolar modo dal contesto familiare e da eventi di vita stressanti.

Essere stati esposti ad uno stile educativo genitoriale giudicante o estremamente punitivo può aver contribuito a sviluppare la convinzione di non avere le risorse adeguate per far fronte alle difficoltà e di conseguenza a percepire le richieste esterne come eccessive.

Oppure ancora una figura genitoriale scostante e poco attenta ai bisogni potrebbe dar vita ad una concezione dell’altro come imprevedibile e attivare quindi uno stato di costante allerta. Esperienze traumatiche successive potrebbero poi aver cristallizzato tali convinzioni facendo esperire alla persona un’affettività marcatamente negativa.

Quali possono essere le conseguenze?

Le persone che esprimono un’elevata affettività negativa vivono significativi sbalzi d’umore, frequente tristezza, preoccupazione e sensazione di disagio. Tutto ciò può predire lo sviluppo e l’insorgenza di problemi psicologici (disturbi d’ansia, dell’umore, alimentari, di personalità, dipendenze).

Le emozioni negative possono, infatti, interferire con il funzionamento cognitivo, comportamentale e sociale delle persone riducendo la loro capacità di affrontare le sfide della vita in modo efficace e funzionale portando così all’instaurarsi di difficoltà psicologiche.

 Le ricerche mostrano, inoltre, che l’affettività negativa è associata ad elevati livelli di stress auto-riferito e ridotte capacità di coping, nonchè risulta fortemente correlata alla soddisfazione della vita.

Gli individui ad alto contenuto di affetti negativi mostreranno, in media, livelli più elevati di angoscia, ansia e insoddisfazione e tenderanno a concentrarsi sugli aspetti spiacevoli di sé stessi, del mondo, del futuro e delle altre persone. Il livello di benessere soggettivo percepito è quindi significativamente inferiore. 

Anche la qualità delle relazioni interpersonali può risentirne: la persona tende ad essere più rigida, critica e fatica a relazionarsi in modo empatico con l’altro e a cogliere un punto di vista differente dal proprio. Ciò può portare ad una scarsa soddisfazione delle relazioni amicali o intime costruite e ad un aumento dell’isolamento sociale.

Un’elevata affettività negativa risulta negativamente correlata anche con il funzionamento del sistema immunitario, endocrino e cardiovascolare: chi presenta tale tratto di personalità risulta maggiormente vulnerabile a malattie infiammatorie e cardiovascolari. 

Come mitigare tale tratto di personalità?

Configurandosi, appunto, come un tratto di personalità e quindi come qualcosa che caratterizza la persona in maniera costante non è semplice da modificare.

Tuttavia, un percorso di psicoterapia può aiutare il soggetto a divenire maggiormente consapevole del suo modo di funzionare e delle cause che sono alla base di alcune sue reazioni.

Un funzionale ed efficace lavoro terapeutico avrebbe come obiettivo il potenziamento delle competenze emotive in termini di riconoscimento, espressione e regolazione. Nonché l’individuazione di strategie alternative più funzionali di gestione degli stimoli esterni. 

Bibliografia

Larsen, RJ; Ketelaar, T. (1989). “Estroversione, nevroticismo e suscettibilità alle procedure di induzione dell’umore positivo e negativo” 

Norton, P. (2011). Fattori di rischio nello sviluppo dei disturbi d’ansia: affettività negativa. 

Kanner, d.C.; Coyne, JC; Schäfer, C.; Lazzaro, RS (1981). “). Confronto di due modalità di misurazione dello stress: fastidi quotidiani e sollevamenti rispetto ai principali eventi della vita”. Giornale di medicina comportamentale . 

Robert L., Dennis Tirch e Lisa A. Napolitano. “La regolazione delle emozioni in psicoterapia. Guida pratica per il professionista”. Edizione italiana a cura di Cesare Maffei. Erickson

Articolo scritto dalla dott.ssa Serena Baj psicologa e psicoterapeuta presso il centro Interapia di Saronno è possibile prenotare un appuntamento attraverso la pagina dei contatti.

5/5 - (1 vote)
Iscriviti alla newsletter di interapia

Iscriviti alla newsletter di interapia

Iscriviti alla newsletter del Centro Interapia per ricevere le ultime notizie di psicologia direttamente e in maniera gratuita nella tua casella di posta.

Grazie per esserti iscritto alla nostra newsletter