Perché per alcune persone il caldo sembra aumentare gli attacchi di ansia e di panico? Se infatti, da una parte, le alte temperature possono causare disagio e malesseri a qualsiasi persona, dall’altra chi soffre di ansia sembra risentirne maggiormente. 

Iniziamo considerando che il caldo, indipendentemente dal fatto di soffrire di ansia, provoca alcune sensazioni corporee specifiche, quali sudorazione, sensazione di soffocamento, mancanza di respiro, fame d’aria, vampate di calore, palpitazioni, sensazioni di svenimento, gambe e muscoli molli o pesanti. Si tratta di segnali che riguardano chiunque, le persone che però soffrono di ansia sperimenteranno le stesse sensazioni e gli stessi segnali del corpo vissuti per un attacco di ansia o di panico (pensiamo ad esempio allo svenimento o alla mancanza di aria).

Questi segnali sono quindi comuni per chiunque me quello che cambia nei soggetti ansiosi è l’interpretazione che ne viene data: chi non soffre di ansia infatti proverà sicuramente fastidio e disagio ma pur sempre tollerabili e gestibili, chi soffre di ansia e di attacchi di panico farà invece molta fatica a distinguere che cosa stia accadendo e quale ne sia l’origine. Inoltre queste persone sono particolarmente allenate ad interpretare quei segnali come un’imminente attacco di panico, per cui nel momento in cui i segnali del caldo si scatenano nel corpo in automatico questi soggetti assoceranno quelle sensazioni all’ansia e ad un imminente attacco.

Ricordiamoci quindi che quello che interviene per queste persone è l’erronea interpretazione dei segnali che, alimentata anche dall’attenzione selettiva sui propri segnali del corpo, porterà la persona che soffre di ansia a pensare che siano il segnale di qualcosa di catastrofico che sta per accadere. Nella mente della persona ansiosa scattano quindi, con il caldo, sensazioni fisiche associate alla forte paura del sopraggiungere di un attacco di panico.

Questi pensieri catastrofici, a loro volta, amplificano ulteriormente i sintomi fisici e producono una spirale di sensazioni e pensieri legati all’ansia difficili da gestire. Questi sintomi possono anche provocare un disagio tale da evitare anche una serie di situazioni, quali posti affollati, mezzi pubblici, ecc… alimentando l’ansia anticipatoria e di conseguenza il circolo vizioso.

Ansia e caldo: le conseguenze 

Nelle situazioni che abbiamo appena descritto, la persona con disturbi d’ansia ha paura di perdere il controllo (caratteristiche in comune in chi soffre di attacchi di panico), questo porta ad un’attenzione selettiva per le proprie sensazioni corporee e per i propri stati fisiologici oltre al continuo monitoraggio su se stessi e l’ambiente circostante per assicurarsi che la situazione sia sotto controllo o che ci sia una via di fuga.

Anche gli sbalzi di umore potranno diventare più frequenti. Anche emozioni come la rabbia o il senso di colpa possono derivare dal ritenersi incapace di tollerare le proprie sensazioni corporee e gestire le proprie emozioni, con ripercussioni anche sull’autostima.

Ansia e paura del caldo però possono essere affrontati, gestiti e ridotti. ‍

Ansia da caldo: i possibili rimedi

Un primo passo è sicuramente quello della psicoeducazione, ossia capire che cosa sta accadendo aiuta ad impedire il picco di ansia.

Impariamo quindi a comprendere che cosa succede e ad allenarsi a riconoscere i propri segnali di ansia e di panico. Inoltre, come per l’ansia non si sta per morire o impazzire, la stessa cosa vale con il caldo: quello che sentiamo è contingente alla situazione.

Si possono poi utilizzare le diverse strategie in comune con l’attacco di panico, perché comunque ugualmente il corpo in automatico si attiva ad una situazione percepita come minacciosa con paura e ansia: la respirazione diaframmatica, il training autogeno, alcuni momenti di relax, il distrarsi o qualsiasi strumento ci aiuti a riavere il controllo della situazione.

Trovate poi che cosa funziona per voi per fronteggiare il caldo, create una vostra cassetta di strumenti efficaci per affrontare le vostre sensazioni dovute alle alte temperature. 

Infine, può rivelarsi utile il supporto di un professionista. Un terapeuta potrà essere in grado di guidare il soggetto ansioso attraverso la gestione dell’ansia, intervenendo sulle abitudini comportamentali e sulle credenze che la provocano. 

Bibliografia

American Psychiatric Association (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentale. DSM-5. Raffaello Cortina Editore.

Andrews G., Creamer M, Crino R., Hunt C., Lampe L., Page A. (2003). Trattamento dei disturbi d’ansia. Centro scientifico editore.

Sassaroli S., Alcuni punti di riflessione sull’interpretazione e il trattamento del disturbo ansioso, in “Rivista di Psicoterapia relazionale”, a.2001 n.13.

Articolo scritto dalla dott.ssa Pamela Ciociola Psicologa e psicoterapeuta riceve presso la sede di Legnano e quella di Monza

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