Quando ci troviamo in difficoltà possiamo mettere in atto diverse strategie, alcune più efficaci, altre meno.

Tra queste strategie rientrano i processi di rimuginio, ruminazione e co-ruminazione; mentre i primi due consistono in processi che la persona svolge individualmente, la co-ruminazione prevede la condivisione ed il coinvolgimento di altre persone. 

Rimuginio, ruminazione e co-ruminazione

Il rimuginio è una strategia di regolazione cognitiva che implica la costruzione mentale di scenari ipotetici negativi in condizioni di incertezza; è uno stile di pensiero negativo, ripetitivo, orientato al futuro, astratto, prevalentemente verbale e costoso in termini di risorse cognitive.

È caratterizzato quindi da negatività, ripetitività, percezione di incontrollabilità, contenuto verbale, astrattezza e dispendio di energie. La ruminazione è uno stile di pensiero analitico, ripetitivo, negativo, focalizzato sui propri problemi e sul proprio disagio e si tratta di uno sforzo di analizzare e comprendere cause e conseguenze di questo disagio.

Si focalizza su eventi passati negativi, è ripetitiva, percepita come incontrollabile, anch’essa di contenuto prevalentemente verbale (Caselli et al., 2017).

La co-ruminazione, invece, si riferisce al processo di impegnarsi in discussioni ripetute circa problemi personali nelle relazioni, specialmente amicali. Si tratta della discussione estesa e frequente con uno o più amici su emozioni negative legate a problemi personali, concentrandosi sul problema stesso, sulle possibili cause, conseguenze, soluzioni e sul vissuto sperimentato.

Alcuni esempi dei temi su cui può vertere la co-ruminazione sono una lite con il partner, problematiche lavorative oppure familiari, cercando di inquadrare il problema da ogni punto di vista, rimuginando sulle conseguenze negative e ruminando sulle emozioni generate dall’evento; un aspetto caratteristico della co-ruminazione è quello di essere una discussione del problema fine a se stessa, che non porta alla ricerca attiva di una soluzione (Spendelow, 2017; Carlucci et al., 2018). 

Gli effetti negativi della co-ruminazione

Mentre la condivisione sociale è una tipica risposta alle avversità e nel breve termine può fornire sollievo emotivo ed un senso di supporto e vicinanza, la co-ruminazione può arrivare ad amplificare le emozioni negative attraverso lo sviluppo di una spirale di pensieri ed emozioni negative che esauriscono le risorse cognitive ed emotive delle persone coinvolte (Knipfer e Kump, 2021).

La letteratura scientifica ha fornito una valutazione della relazione tra co-ruminazione e sintomi internalizzanti, come ansia e depressione, soprattutto in bambini, adolescenti e giovani adulti, dal momento che sembra essere una modalità di relazione e conversazione tipica delle fasce di età più giovani (Spendelow, 2017).

La co-ruminazione, pur essendo correlata alla percezione di maggiore vicinanza nel rapporto di amicizia, correla anche con l’aumento di sintomi ansioso-depressivi: proprio come la ruminazione o altre forme di pensiero perseverativo, è un processo che può creare vulnerabilità e sostenere o esacerbare disturbi psicologici (Carlucci et al., 2018).

Trovarsi ripetutamente nella situazione di ascoltare le problematiche altrui in modo co-ruminativo può diventare fonte di angoscia per entrambe le persone coinvolte. Chi condivide il proprio vissuto potrebbe risentire dell’eventuale posizione negativa dell’amico, essere distratto dal ricercare e mettere in atto esperienze positive potenzialmente più efficaci per superare il momento di difficoltà e rimanere “incastrato” nella ricerca di risposte che non può trovare, in una sorta di circolo di parole senza via d’uscita, che alimenta le emozioni negative; chi ascolta, invece, può sperimentare senso di impotenza, eccessivo coinvolgimento emotivo davanti alla sofferenza dell’altro, fino a risultare soggetto allo sviluppo di sintomi ansiosi o depressivi. Diversamente dall’aiuto che può fornire la relazione terapeutica all’interno di un percorso psicologico, la condivisione tra amici, senza confini temporali né spaziali, rischia di essere continua, pervasiva e, quindi, disfunzionale.

A questo punto è di fondamentale importanza sottolineare come il semplice parlare di problemi sotto forma di auto-rivelazione e condivisione non sia sufficiente a facilitare nell’altro un vissuto negativo, ma è lo stile caratteristico delle conversazioni co-ruminative, estese, ripetitive e speculative, a correlare con lo sviluppo di una sintomatologia (Schwartz-Mette & Rose, 2012).

Come intervenire sulla co-ruminazione

Per rompere il meccanismo di co-ruminazione può essere utile insegnare, soprattutto ai giovani, che risultano più inclini a questa modalità, a diventare consapevoli di quando co-ruminano e le strategie per disimpegnarsi dalla co-ruminazione, incoraggiando, inoltre, a bilanciare la condivisione di emozioni negative con attività piacevoli da svolgere con gli amici, consentendo di continuare a mantenere il livello di profondità e qualità della relazione amicale, ma affiancando momenti di leggerezza e piacevolezza. La ricerca sui rischi della co-ruminazione non intende infatti implicare che discutere dei problemi con gli amici sia dannoso, anzi, questo favorisce l’esplorazione di sé, la vicinanza e facilita la richiesta di aiuto e supporto.

Tuttavia, la condivisione con i proprio amici può, in certe circostanze, necessitare di essere alternata all’aiuto di professionisti con una prospettiva più ampia e una formazione specifica, che potrebbero fornire l’aiuto necessario senza le implicazioni negative della co-ruminazione (Schwartz-Mette & Rose, 2012).

Articolo scritto da Maria Gazzotti psicologa presso il centro di psicologia di Saronno InTerapia

Bibliografia essenziale sulla co-ruminazione

  • Caselli, G., Ruggiero M.G. & Sassaroli, S. (2017). Il Rimuginio Teoria e Terapia del Pensiero Ripetitivo. Raffaello Cortina Editore.
  • Carlucci, L., D’Ambrosio, I., Innamorati, M., Saggino, A., & Balsamo, M. (2018). Co-rumination, anxiety, and maladaptive cognitive schemas: when friendship can hurt. Psychology Research and Behavior Management, 11, 133.
  • Knipfer, K., & Kump, B. (2022). Collective rumination: When “problem talk” impairs organizational resilience. Applied Psychology, 71(1), 154-173.
  • Schwartz-Mette, R. A., & Rose, A. J. (2012). Co-rumination mediates contagion of internalizing symptoms within youths’ friendships. Developmental psychology, 48(5), 1355.
  • Spendelow, J. S., Simonds, L. M., & Avery, R. E. (2017). The relationship between co‐rumination and internalizing problems: A systematic review and meta‐analysis. Clinical Psychology & Psychotherapy, 24(2), 512-527.
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