La sindrome di Munchausen è una condizione psicologica che si traduce in un disturbo del comportamento.

Consiste nell’inventare, simulare o esagerare sintomi di malattia fisici o psicologici, o nel provocarsi intenzionalmente ferite o danni, con l’obiettivo di attirare l’attenzione e la preoccupazione delle persone care o vicine e ricevere cure mediche.

Questo comportamento può includere gesti autolesivi e/o l’assunzione di farmaci o sostanze per simulare una malattia. Le persone che soffrono di questa condizione spesso mentono con grande abilità e credibilità ai professionisti della salute, rendendo difficile la diagnosi e il trattamento.

È una sindrome studiata per la prima volta nel 1951 da Asher e, circa venti anni dopo, si è giunti al riconoscimento della Sindrome di Munchausen per procura (Meadow, 1977).

La sindrome di Münchausen deve il suo nome ad un aristocratico tedesco, il barone Karl Friedrich Hieronymus Freiherr von Münchausen, personaggio storico noto per i suoi racconti di storie e avventure fantastiche a cui millantava di aver partecipato da protagonista.

Attualmente, la Sindrome di Munchausen è classificata nel DSM-5 come Disturbo Fittizio caratterizzato, appunto, da produzione intenzionale o finzione di segni e sintomi clinici – fisici o psicologici. Tale condizione differisce da una simulazione di malattia in quanto, quest’ultima è spesso associata a vantaggi secondari di guadagno materiale (si pensi, ad esempio, ai bambini che simulano il mal di pancia per non andare a scuola o a svolgere attività non gradite).

Cause.

Le cause della sindrome di Munchausen non sono ancora completamente chiare, ma alcuni fattori possono contribuire all’insorgenza di essa, tra cui:

  1. Traumi passati: alcune persone con la sindrome di Munchausen possono aver vissuto situazioni traumatiche, abusi nell’infanzia o malattie per le quali sono state necessarie lunghe cure mediche.
  2. Disturbi di personalità: secondo alcuni studi, alcuni disturbi di personalità predispongono il soggetto ad attuare questi comportamenti.
  3. Desiderio di attenzione: la necessità di essere il centro dell’attenzione o di ricevere compassione e cura può essere un fattore scatenante.
  4. Isolamento sociale: tale condizione può svilupparsi in individui che si sentono soli o trascurati.

Sintomi.

I sintomi più comuni della sindrome di Munchausen includono:

  1. Simulazione di sintomi: le persone con questa sindrome possono inventare o esagerare sintomi fisici o psicologici, spesso in modo convincente, prediligendo sintomi difficilmente dimostrabili o documentabili.
  2. Visite mediche frequenti: possono consultare ripetutamente diversi medici e strutture mediche in cerca di diagnosi e trattamenti.
  3. Autolesioni: possono provocarsi lesioni fisiche o ingerire sostanze dannose o abbondanti dosi di farmaci per simulare una malattia.
  4. Resistenza alla smentita: nonostante prove mediche che dimostrano l’assenza di malattia, le persone con questa sindrome possono resistere e negare la realtà.
  5. Racconti grandiosi: riportano di essere continuamente al centro di esperienze di vita drammatiche riguardanti loro stessi o parenti stretti; si iscrivono a gruppi di supporto riservati a persone affette da patologie gravi e vi partecipano come se la condizione li riguardasse in prima persona. 

Trattamento.

Il trattamento della sindrome di Munchausen può essere complesso a causa della tendenza dei pazienti a non ammettere o non rendersi conto di aver bisogno di aiuto. Tuttavia, quando la persona riesce a comprendere la propria condizione e accetta di farsi aiutare, le opzioni di trattamento includono:

  1. Psicoterapia: La terapia cognitivo-comportamentale può aiutare le persone a riconoscere, comprendere e gestire i pensieri distorti che indirizzano il loro comportamento e a sviluppare strategie per affrontarlo.
  2. Terapia farmacologica: In alcuni casi, è possibile che la psicoterapia venga associata alla prescrizione di farmaci per far fronte a sintomi correlati, come forme depressive o ansia.
  3. Supporto familiare: Coinvolgere la famiglia nella terapia può essere cruciale per sostenere il paziente ed evitare il rischio di isolamento.

La Sindrome di Munchausen e la Sindrome di Munchausen per Procura.

La sindrome di Munchausen per procura è diversa dalla sindrome di Munchausen, poiché coinvolge un individuo (spesso un genitore o un caregiver) che simula o provoca sintomi in un’altra persona, di solito bambini, anziani, disabili o persone non autosufficienti, per attirare attenzione e cure. 

La sindrome di Munchausen per procura è considerata abuso su minore o su persona non autosufficiente (Meadow, 1982).

Negli studi condotti finora, spesso si è rilevato che il caregiver che si rende autore di tali condotte è principalmente la madre, che in genere agisce in questo modo principalmente per coprire uno stato di sofferenza psichica propria, di solitudine, inadeguatezza, incompetenza e bassa stima di sé.

Secondo Meadow (1982) le motivazioni che inducono a tale comportamento lesivo sono svariate: 

  • Tentativi di riavvicinamento al coniuge
  • Distrazione dai problemi personali e familiari trascorrendo del tempo in reparti ospedalieri
  • Aver sofferto in passato degli stessi sintomi che vengono provocati nel figlio
  • Soffrire già della Sindrome di Munchausen arrivando ad inglobare anche il figlio.

In conclusione, la Sindrome di Munchausen e la Sindrome di Munchausen per procura non hanno un’unica causa specifica, ma sono probabilmente causate da un insieme di fattori. Si tratta di un disturbo complesso che richiede ulteriori approfondimenti scientifici, nonché una diagnosi e un trattamento specializzato finalizzato al benessere della persona.

Riconoscere i sintomi è un passo essenziale per aiutare coloro che soffrono di questa condizione a ottenere il supporto di cui hanno bisogno.

Bibliografia:

Asher R. Munchausen’s syndrome. Lancet 1951; i: 339- 41. Cit. in Meadow, R. (1982). Munchausen syndrome by proxy. Archives of disease in childhood57(2), 92-98.

Meadow R. Munchausen syndrome by proxy: the hinterland of child abuse. Lancet 1977; ii: 343-5. Cit. in Meadow, R. (1995). What is, and what is not, ‘Munchausen syndrome by proxy’?. Archives of disease in childhood72(6), 534.

Meadow, R. (1982). Munchausen syndrome by proxy. Archives of disease in childhood57(2), 92-98.

Articolo a cura della dott.ssa Serena Gizzi Psicologa e Psicoterapeuta presso la sede di Monza per chi volesse è possibile prenotare una consulto attraverso la pagina dei contatti del nostro sito web.

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