Nel linguaggio comune si tende a parlare di difficoltà di lettura e di dislessia come se fossero sinonimi. In realtà, non è esattamente così, o meglio, è vero solo in parte. Infatti, l’attività della lettura richiede l’automatizzazione della capacità di decodifica, ma anche l’abilità di comprensione.

Nel primo caso si tratta di tradurre i segni scritti (lettere, parole) nella corrispondente forma orale ed eventuali difficoltà in tale abilità rientrano nel campo della dislessia; nel secondo caso, invece, ci si riferisce alla capacità di cogliere il significato di un testo e quando si registrano basse performance si può ipotizzare un Disturbo della Comprensione del Testo (DCT).

Questa distinzione ha delle ripercussioni anche in termini diagnostici.

Infatti, con il termine “dislessia” ci si riferisce ad un’etichetta diagnostica ben definita che rientra nei Disturbi Specifici di Apprendimento; il “Disturbo della Comprensione del Testo”, invece, oltre a differenziarsi dalla dislessia in termini di predittori, caratteristiche e abilità cognitive coinvolte, non trova un accordo unanime da parte della comunità scientifica in merito alla sua classificazione ed etichetta diagnostica.

Il DSM-5 lo indica tra i sintomi da esplicitare per delineare il profilo di funzionamento in caso di dislessia, quindi lo considera secondario ad un altro disturbo; le Linee guida sui DSA (2022) identificano l’esistenza di un disturbo primario della comprensione del testo, riconoscendone la specificità pur non indicando il termine “specifico” nell’etichetta diagnostica.

Profili di un DCT:

Il DCT si presenta spesso come conseguenza di disturbi primari quali: -Funzionamento Intellettivo Limite: le difficoltà di comprensione derivano dalla debolezza del profilo cognitivo (70<QI< 85) e si rilevano basse prestazioni anche nel problem solving;

  • ADHD: la fragilità delle funzioni esecutive può essere un ostacolo allo svolgimento delle attività necessarie alla comprensione come l’inibizione delle informazioni non rilevanti, il mantenere in memoria le informazioni importanti per successive rielaborazioni, la concentrazione;
  • Dislessia: in questo caso la lettura lenta e/o lacunosa affatica il processo di comprensione;
  • Disturbo generalizzato dell’apprendimento: il disturbo di comprensione si accompagna a cadute nella decodifica, nel calcolo e nel problem solving; -Disturbo del Linguaggio: le fragilità a carico delle competenze lessicali e morfosintattiche compromettono la comprensione.

Le Linee Guida (2022) indicano che, quando non si è in presenza di tali condizioni cliniche, se sono soddisfatti i criteri di inclusione ed esclusione dei DSA si può considerare il disturbo della comprensione del testo come specifico.

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Campanelli d’allarme:

Il fatto che un disturbo della comprensione si presenti spesso come problematica secondaria ad un altro disturbo primario rende difficile l’identificazione di campanelli d’allarme specifici per le difficoltà di comprensione.

Se ci riferiamo al DCT come disturbo primario, le Linee Guida sui DSA (2022) indicano come predittore la presenza di un disturbo del linguaggio orale: “il profilo dei bambini con problemi nella comprensione del testo scritto coinvolge anche il linguaggio orale”, ma le difficoltà riscontrate devono essere “di minore entità rispetto al livello di difficoltà che si osserva nelle prove di comprensione del testo”.

Nello specifico i ricercatori hanno considerato in maniera unitaria il contributo dei seguenti fattori implicati nel linguaggio orale:

  • vocabolario;
  • comprensione sintattica e grammaticale;
  • abilità di narrazione; -comprensione in ascolto; -comprensione dei modi di dire.

Sintomi:

Uno studente con difficoltà di comprensione del testo può presentare alcune di queste caratteristiche durante la lettura:

  • fa fatica a manipolare le informazioni lette aggiornandole con le più recenti, inibendo quelle irrilevanti e collegandole a quelle già immagazzinate in memoria a lungo termine (capacità di Memoria di Lavoro);
  • non legge in modo strategico e non monitora il proprio livello di comprensione (abilità meta-cognitive);
  • è in difficoltà nel dedurre o collegare informazioni a partire da quelle già presenti (capacità di fare inferenze lessicali e semantiche).

Come si valuta un DCT?

La valutazione di primo livello consente di affermare se è presente o meno un disturbo di comprensione. Le batterie di test per la valutazione della dislessia includono anche prove di comprensione del testo scritto. Non tutte contengono prove di comprensione orale che sono importanti nei casi in cui si voglia escludere l’influenza delle difficoltà di decodifica.

Valutazione di secondo livello permette di indagare in modo più approfondito la natura del disturbo, ecco alcuni esempi:

  • Listening Span Test (Palladino, 2005; Pazzaglia et al., 2000) può evidenziare scarsa capacità di memoria di lavoro verbale;
  • Prova di metacomprensione (Pazzaglia et al., 1994) aiuta ad individuare difficoltà nelle abilità meta-cognitive;
  • BVL 4-12 (Marini et al., 2015), PPVT (Stella et al., 2000), TROG-2 (Suraniti et al., 2009) approfondiscono le fragilità di natura linguistica;
  • Nuova guida alla comprensione de testo (De Beni et al., 2003), oltre ad essere utile per indagare le componenti meta-cognitive, contiene una sezione per valutare l’abilità di fare inferenze.


È possibile emettere diagnosi di comprensione del testo a partire dalla 3^ classe della scuola primaria, per ridurre l’influenza della decodifica che si consolida proprio nei primi anni di scuola primaria.

Come si può intervenire?

In letteratura si sottolinea come il metodo più efficace per il potenziamento della comprensione del testo sia dato da un intervento che consideri sia gli aspetti cognitivi che quelli meta-cognitivi.

Gli interventi cognitivi riguardando l’allenamento di specifiche abilità: –

  • attivare conoscenze pregresse;
  • formulare delle ipotesi a partire dalle immagini e dalle didascalie;
  • individuare le informazioni più importanti;
  • dividere in sequenze;
  • individuare collegamenti;
  • fare inferenze;
  • scoprire incongruenze;
  • visualizzare quanto letto;
  • porsi domande;
  • riassumere.

Negli interventi meta-cognitivi l’obiettivo principale è aumentare la consapevolezza dello studente sul proprio approccio al testo:

  • perchè sto leggendo? (scopo);
  • quale strategia mi è più utile in questo momento? (utilizzo consapevole e flessibile di conoscenze strategiche);
  • ha senso quello che sto leggendo? Forse è meglio tornare un passo indietro? (monitoraggio).

Come nel caso della risoluzione dei problemi matematici in rapporto alla discalculia, un disturbo della comprensione può essere più invalidante della dislessia poiché la complessità delle funzioni coinvolte rende meno incisivo il supporto derivante dagli strumenti compensativi indicati nel PDP.

Presso il centro Interapia è presente un equipe DSA puoi trovare nel sito specifico le informazioni per contattarci nel caso avessi necessità.

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