La discalculia fa parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, detti anche DSA, che corrisponde alla difficoltà di apprendere la matematica: più nel dettaglio, la discalculia è un disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche che coinvolge l’intelligenza numerica e l’abilità di calcolo.

Come per tutti i DSA, la discalculia non è una patologia o una malattia, non è causata da una scarsa intelligenza, infatti si presenta in bambini e ragazzi con un buon funzionamento intellettivo.

In generale gli alunni con discalculia hanno difficoltà molto specifiche nella quantificazione, nell’eseguire calcoli a mente, nell’utilizzare l’algoritmo delle operazioni in colonna, nel saper leggere e scrivere i numeri, nel comporre e nello scomporre i numeri e nel recuperare i fatti numerici.

Secondo il MIUR, nell’anno scolastico 2018/2019, gli alunni con discalculia sono stati pari a 96.081: questo disturbo risulta essere solo il terzo DSA più diffuso, seguito unicamente alla disgrafia.

Due tipi di discalculia

La Consensus Conferencedel 2009, sulla base delle più recenti ricerche, individua due profili di discalculia: 

• il primo profilo è caratterizzato da debolezza delle componenti numeriche (subitizing, quantificazione, seriazione, comparazione, strategie di calcolo mentale); questo primo tipo di discalculia è determinato da una sorta di “cecità per i numeri” che rende praticamente impossibile la manipolazione delle quantità. 

• il secondo profilo è caratterizzato da una compromissione a livello procedurale e di calcolo (aspetto lessicale e sintattico relativo alla composizione del numero, incolonnamento ed algoritmi del calcolo scritto, recupero dei fatti numerici). Questo tipo si riferisce in modo specifico alle difficoltà nell’acquisizione delle procedure e degli algoritmi di calcolo. 

Tipologie di errori

 Nella descrizione dei diversi profili di discalculia riveste molta importanza l’analisi degli errori commessi dal soggetto.

La raccomandazione di tutti gli esperti è, infatti, quella di partire dal tipo di errori commessi per individuare l’intervento più efficace, in modo da personalizzarlo e commisurarlo alle specifiche difficoltà del bambino o ragazzo. 

Gli errori di calcolo si possono classificare in diverse categorie: 

  • errori dei fatti aritmetici, che comprendono tutti quei casi in cui il bambino non è in grado di ricordare o fa confusione tra semplici regole all’interno di un sistema di calcolo (un esempio di questo errore è 6 x 3 = 21);
  • errori a base lessicale: difficoltà ad associare la giusta etichetta verbale ai numeri. Stimolo 8, ma il bambino legge 5
  • errori a base sintattica: sentono “trecentonovantacinque e scrivono 3100905
  • errori nell’applicazione delle procedure, relativi alla difficoltà di applicare o ricordare le procedure aritmetiche, come il riporto, il prestito o l’incolonnamento;
  • dislessia delle cifre, che comprende tutti quegli errori di lessico e di sintassi relativi ai numeri. Questo può comportare la confusione tra un numero e un altro oppure la difficoltà nello stabilire i rapporti tra le cifre.
  • errori visuospaziali, che portano a inesatti incolonnamenti;

Sintomi principali

I sintomi principali e tipici della discalculia sono:

  • difficoltà nel riconoscere le piccole quantità
  • difficoltà nel quantificare e nel seriare
  • incapacità nel memorizzare le tabelline
  • difficoltà nell’imparare le strategie di composizione e scomposizione del numero
  • incapacità di calcolare a mente
  • difficoltà nell’imparare le procedure del calcolo scritto
  • difficoltà ad effettuare un conto alla rovescia
  • scarsa capacità di effettuare stime
  • difficoltà nel ricordare i numeri
  • difficoltà nel capire il senso dei numeri
  • lentezza nei calcoli
  • evitamento di attività legate alla matematica che sono percepite come particolarmente difficili

La discalculia tende a diventare più evidente col procedere degli anni e della scolarità.

Cause della discalculia

Come nel caso degli altri DSA, le cause della discalculia non sono tuttora chiare, ma si ritiene che sia dovuta ad un insieme di fattori che determinano l’insorgenza di questo disturbo:

  • fattore genetico ed ereditario, ovvero la presenza di un familiare con discalculia; è stato infatti scoperto che un bambino con discalculia spesso ha un genitore o un fratello con problemi inerenti all’area della matematica;
  • fattore ambientale, nel caso in cui la madre abbia assunto alcool o droghe durante la gravidanza oppure il bambino sia nato prematuramente;
  • presenza di altri disturbi del linguaggio, dell’attenzione o simili.
  • lesioni cerebrali: le lesioni di alcune aree cerebrali portano alla discalculia acquisita, che non ha nulla a che fare con un normale deficit dell’apprendimento, ma si verifica in seguito a un incidente.

Campanelli di allarme

Il bambino discalculico può, già in età prescolare, mostrare dei segnali di questo disturbo. Ecco alcuni dei principali campanelli d’allarme:

  • difficoltà nell’attribuire oggetti a numeri e viceversa;
  • difficoltà nel contare e nel ricordare i numeri;
  • difficoltà nell’associare e comprendere i simboli numerici;
  • difficoltà nel ricordare oggetti o elementi in sequenza;
  • difficoltà a ordinare gli elementi per dimensione, forma o colore; 
  • evita giochi in cui è richiesto l’uso dei numeri, il conteggio e altri concetti matematici.

Con l’ingresso nella scuola primaria i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione sono: 

  • difficoltà a riconoscere i numeri e simboli; 
  • fatica nella riproduzione del calcolo di base; 
  • uso delle dita per contare invece di strategie mentali più sofisticate; 
  • difficoltà a pianificare la soluzione di un problema di matematica; 
  • difficoltà a distinguere la sinistra dalla destra; 
  • scarso senso dell’orientamento;
  • difficoltà a ricordare i numeri di telefono e i punteggi ottenuti in un gioco;
  • evitamento totalmente il gioco in cui è richiesto l’uso dei numeri.

Intervento con i bambini discalculici

A differenza degli altri DSA, dislessia, disortografia e disgrafia, la diagnosi per la discalculia più tardiva, infatti il bambino deve aver concluso il terzo anno della scuola primaria per poter effettuare una diagnosi, in questo modo si evitano i casi di falsi positivi. Prima di tale momento è possibile comunque effettuale una valutazione al fine di un intervento precoce.

Le due tipologie di intervento

L’intervento sui disturbi del calcolo si qualifica come riabilitativo o di potenziamento.

Nel primo caso si tratta di promuovere lo sviluppo di una competenza non ancora comparsa o atipica, di reperire forme facilitanti o alternative.

Nel secondo caso di favorire lo sviluppo di una funzione che sta emergendo, fornendo opportunità di apprendimento maggiori rispetto a quanto il bambino potrebbe imparare se agisse per proprio conto. 

A partire da un’accurata valutazione iniziale, è possibile progettare un percorso di avanzamento efficace, ma occorre tener conto del fatto che il disturbo si distingue dalla difficoltà in matematica perché più resistente al trattamento.

Conclusioni

Articolo scritto dalla dott.ssa Arianna Castelnovo psicologa ed esperta di età evolutiva. lavora presso il centro DSA di Monza all’interno dell’equipe specializzata nel trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento autorizzata dall’ ATS Monza Brianza.

Per quanto volessero approfondire la problematica possono chiamare il centro Interapia per fissare un primo colloquio o per chiedere maggiori informazioni

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