Il termine agorafobia proviene dal greco “αγορά” (piazza) e “φοβία” (paura): “paura della piazza”, ovvero degli spazi aperti e/o affollati. Nella cultura popolare il temine viene utilizzato per indicare il timore generico di uscire di casa.

I sintomi dell’agorofobia

I sintomi che caratterizzano questo disturbo possono essere di tipo fisico, cognitivo, emotivo e comportamentale.

Sul piano fisico i sintomi sono simili a quelli dell’attacco di panico: tachicardia, iperventilazione, sudorazione, dolore al petto, difficoltà a deglutire, tremore, diarrea, vertigini e sensazione di svenimento.

I sintomi sul piano cognitivo includono la paura di avere un attacco di panico di fronte ad altre persone, il timore di essere in pericolo di vita a causa di un infarto o di un malore.

A livello emotivo la percezione di essere incapaci di sfuggire, il sentire di impazzire, la preoccupazione ossessiva perdere il controllo e di attirare l’attenzione degli altri determinando un giudizio.

Dal punto di vista comportamentale vengono evitate situazioni ansiogene, viene richiesto l’accompagnamento di amici e familiari all’esterno del proprio contesto abitativo e ricercate rassicurazioni.

Isolamento sociale e agorafobia durante la pandemia

Nella prolungata emergenza sanitaria, l’insolita ed impellente necessità di rimanere a casa, in uno stato di ritiro riferito alle limitate relazioni, la parola chiave di questa emergenza sanitaria è isolamento, continuo e prolungato.

Le conseguenze di un duraturo isolamento, a distanza di un anno, sono significative. Il virus ha insinuato il timore e la diffidenza dell’altro, rinforzando la condizione di isolamento e la credenza che l’individuo e l’ambiente esterno possano rappresentare un pericolo. Il luogo domestico diventa quello sicuro, il luogo delle certezze, in cui potersi ricavare una zona di confort, ma nel contempo un’arma a doppio taglio perché rappresenta il malessere e la volontà di esporsi sempre meno alla reciprocità dell’altro.

Come superare l’agorafobia

Per calarsi nuovamente nella quotidianità è importante recuperare un adeguato stile comportamentale, rivedendo i propri spazi lavorativi, ludici e sociali; consolidare uno stile cognitivo improntato sull’ azione finalizzata al raggiungimento di obiettivi, evitando l’incistamento su rimuginii improduttivi. Attuare comportamenti volti al piacere e alla gratificazione personale, non esclusivamente al dovere. Riscoprire la reciprocità come strumento di confronto e di arricchimento. Esporsi a contesti ed esperienze calandosi nella loro essenza.

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Articolo scritto da Giulia Fusè – Psicologa Psicoterapeuta

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Bibliografia

Falabella “ABC della psicopatologia” edizioni Magi 2002

M.C. Dell’osso ed al. “Agorafobia un problema irrisolto” Giorn Ital Psicopat 200

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